About Beat

Banksy-Pulp-Fiction

Mi sembra giusto sfidare il caldo per scrivere alcune righe sulla questione del finanziamento del comune di Empoli al Beat Festival 2015 e in relazione alla interrogazione presentata dai Gruppi consiliari -Ora si Cambia-, -Linea Civica-, -Fabricacomune per la Sinistra- relativa alla partecipazione del Comune di Empoli ai costi per sostenere il Beat Festival per l’edizione 2016.

Molti di coloro che hanno seguito un po’ la faccenda mi chiedono informazioni, visto che ero presente in consiglio comunale lunedì 18 luglio quando è stata discussa.
Così, aspettando che sia disponibile il verbale del consiglio, ho deciso di sintetizzare un po’ la faccenda, naturalmente partendo dal mio punto di vista, che non è neutro.

Qualche tempo fa vengo a sapere che il BeatFestival di Empoli, di cui si è svolta la prima edizione l’anno scorso non è stato, come pensavo e come pensano molti, un evento organizzato da privati e che non è costato niente al Comune di Empoli, né alla collettività, ma un evento in qualche modo finanziato dal Comune e dalle società partecipate.
La cosa mi ha lasciato un po’ sorpreso in quanto si trattava di un evento gastronomico-musicale che prevede bigliettaggio per i concerti (a parte un concerto di apertura) e affitto degli spazi pubblici per i banchi gastronomici dello street food e per le bancarelle varie.
Credevo che fosse in tutto e per tutto un evento privato, in cui dei privati si assumevano un rischio di impresa e a cui il Comune offriva sia lo spazio pubblico che la logistica. Comunque rappresenta un costo (straordinari Polizia Municipale, pulizia parco ecc), ma un costo accettabile nella logica che vede un’amministrazione offrire l’opportunità a degli organizzatori di costruire un evento significativo e alla cittadinanza la possibilità di parteciparvi.

Le cose non stanno così.
Nel senso che il Comune di Empoli ha elargito 40000 (quarantamila) euro come contributo alla cultura all’associazione Beat 15 che ha organizzato l’evento e altri 24000 circa sono stati versati all’associazione da due società partecipate: Publiambiente e Toscana Energia. Questo è facilmente verificabile leggendo il punto 3 di questa interrogazione portata dai gruppi di opposizione di Empoli in data 10.11.2015.

Siccome non sono molto dentro questi meccanismi ci ho messo un po’ per capire come stanno le cose.
In pratica l’associazione che organizzava il festival ha chiesto e ottenuto che il comune si facesse garante degli sponsor per l’evento. Poi ha presentato un bilancio preventivo in perdita per 65000 (sessantacinquemila) euro e ad evento concluso ha presentato un bilancio finale con un passivo di bilancio esattamente identico a quello preventivato.
Il Comune ha stanziato subito 20000 (ventimila) euro e poi dopo aver raccolto i soldi da parte degli sponsor di cui appunto Publiambiente per 12000 (dodicimila) euro e Toscana Energia per la stessa cifra, oltre ad un contributo di 1200 euro da parte di Unipol Assicurazioni ha stanziato la somma mancante per arrivare a 65000 (sessantacinquemila) euro.

Le cose su cui non sono daccordo sono diverse.
1) Non capisco perché un Comune si faccia garante della sponsorizzazione di un evento privato.
2) Non capisco come potrebbe un Comune trovare degli sponsor privati a manifestazione conclusa.
3) Non sono daccordo che un Comune si assuma (preventivamente) tutto il rischio di impresa per una iniziativa che non è una iniziativa pubblica. Né è organizzata da realtà che sono presenti sul territorio durante tutto l’anno.
In altre parole mi sembra una formula discutibile lasciare le perdite al pubblico, togliendo così risorse alle altre realtà che in varia forma potrebbero usufruirne.
Ultimo ma non ultimo, ritengo che se fra partecipate e casse comunali devono essere stanziati circa 65000 (sessantacinquemila) euro, sarebbe giusto passare per un bando di concorso. Questo almeno per dare un alone di serietà alla cosa. Io, per quanto mi riguarda, non sono comunque favorevole a spendere soldi in mega eventi (o quasi-mega-eventi), piuttosto che distribuirli in interventi culturali che abbiano una durata, una continuità e una ricaduta sul territorio.

Naturalmente è un parere.
Parere condiviso con i gruppi di opposizione che in data 18 luglio 2016 hanno portato una seconda interrogazione, di cui si è fatta portavoce Beatrice Cioni, in cui si chiedeva sostanzialmente come intenda comportarsi l’amministrazione di Empoli nell’eventualità che anche quest’anno si venissero a creare le condizioni dell’anno scorso per cui le casse comunali si potrebbero trovare ad affrontare una nuova perdita di bilancio.
La risposta di Andrea Taddei, assessore al bilancio, è stata sorprendente, per quanto mi riguarda.
Il Comune si accolla lo stesso onere dell’anno scorso, quindi 65000 (sessantacinquemila) euro, anche per l’edizione 2016… però l’assessore ha trovato da ridire che questo si possa definire rischio d’impresa, con argomentazioni sinceramente un po’ inesatte e fragiline.
Dalla risposta comunque emerge che questa cifra corrisponde, “de facto”, ad una specie di fisso su cui questa associazione può contare nello svolgimento della propria attività.
Le motivazioni sono, il prestigio che questo evento porta alla città e l’indotto turistico.

Certo le motivazioni sono discutibili e ognuno le potrà giudicare secondo il proprio metro.
Aspettando il verbale dell’interrogazione del 18.07.2016, che appena disponibile linkerò… voglio dire che non sono daccordo su questa gestione del denaro pubblico e voglio lasciare come esercizio di democrazia che ognuno si faccia la propria idea.

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