Il pallone e la luna piena


Quattro uomini e una donna sono seduti intorno ad un tavolo in una sera d’estate. Si trovano in un parco di una città italiana di provincia. Davanti a loro una luna piena e luminosa è ormai alta all’orizzonte.
Gli alberi, i cespugli, il piccolo lago e tutte le cose vicine e lontane sono rischiarate dal chiarore argenteo della luna. Non lontano dai cinque commensali, sul prato, dei bambini stanno giocando a palla. Non è una vera e propria partita, ma un chiassoso rincorrersi scartarsi e dibblare senza uno scopo preciso a parte il divertirsi e dar prova di bravura.
Ci sono altri tavoli e altre persone che stanno parlando fra loro intorno ai nostri cinque.
A poche decine di metri c’è un chiosco in cui si servono cibi e bevande e da cui arriva una musica di sottofondo.
Il primo uomo si sente contento perché sta bevendo dell’ottimo vino che va giù che è una meraviglia e più va giù più si sente allegro e di buon umore. Inoltre è rimasto piacevolmente sorpreso dal fatto che il vino è di qualità e costa davvero poco e non vede l’ora di finire quello che ha davanti per prenderne ancora.
Il secondo uomo sta parlando dei massimi sistemi e di come lui abbia chiaro in testa il metodo che permetterebbe di salvare il mondo, se solo avesse un seguito numeroso oppure una posizione adeguata nella gerarchia del potere mondiale.
Si sente veramente lucido e chiaro, è in gran forma ed è convinto che gli altri lo stiano ascoltando con rapito interesse. In effetti è l’unico che sta parlando a quel tavolo.
Il terzo uomo sta guardando il bel fondoschiena di una ragazza che è seduta ad un altro tavolo pochi metri da loro e che spesso si alza per giocare con il proprio cane. E’ completamente rapito da quelle rotondità che periodicamente e generosamente si mostrano davanti a lui in tutta la loro magnificenza nel gesto di chinarsi a raccogliere il bastone da lanciare al cane.
Il quarto uomo è convinto che gli altri commensali siano solo degli ingenui e di poterli usare per i propri scopi. E’ assolutamente convinto di avere delle intenzioni al sicuro dagli sguardi degli altri e di poterle giocare al momento opportuno, quando gli si presenterà l’occasione; come ha già fatto in passato e come cercherà di fare in futuro. Si sente completamente appagato dalla padronanza delle sue potenziali oscure trame.
La donna si chiede cosa sta facendo a quel tavolo. Non è che vorrebbe essere da nessuna altra parte in particolare però non trova piacere nel vino e ogni sorso che manda giù le lascia un senso di sottile tristezza, al punto che il suo bicchiere è fermò a metà da ormai molto tempo.
Ascolta con una certa pena il secondo uomo, e trova che niente di quello che sta dicendo sia in nessun modo significativo.
Ha notato che il terzo uomo sta guardando il didietro della ragazza davanti a lui e per un attimo ha avuto anche un sentimento d’invidia che però si è subito riassorbito perché non è certo dal terzo uomo che lei vorrebbe farsi guardare e perché dopo aver notato il sedere della ragazza le ha anche osservato bene il volto e vi ha scorto qualcosa di talmente brutto e falso che se il terzo uomo avesse successo e potesse realizzare le sue fantasie maledirebbe ben presto il proprio successo.
Sa bene che il quarto uomo è una persona scivolosa e si trova lì solo per il proprio tornaconto personale ed è l’unico a fargli veramente pena perché almeno gli altri sono rapiti da qualche piacere. Lui è solo compiaciuto della propria miseria e non ha altro in mente.
Si può dire che si sta annoiando e inizia a perdersi nei propri pensieri annotando un lento scivolare in una sensazione malinconica.
Ad un certo punto il cane della ragazza dal culetto grazioso abbaia in maniera talmente strana da attirare l’attenzione di tutti e cinque.
Davanti a loro non ci sono più i ragazzi che giocano, ma la palla ferma sul prato e la figura di un uomo di spalle, molto robusto e atletico che sembra prepararsi a tirare un rigore.
Prende la rincorsa e colpisce il pallone con un calcio incredibilmente potente e preciso.
Il pallone prende il volo, si alza in cielo e diventa sempre più piccolo fino a scomparire allo sguardo dirigendosi in direzione del luminoso disco lunare.
Il calciatore si dirige velocemente verso l’uscita del parco senza voltarsi.
I quattro uomini vengono presi prima da una sensazione di invidia poi di stupore. La donna registra volentieri un piacevole prurito nelle parti intime che però sfuma ben presto in stupore e perplessità.
I cinque si guardano in faccia e non sanno cosa dire.
Il terzo uomo rispolvera la brillante oratoria che l’aveva contraddistinto fino ad allora e rompe il silenzio:
-Una cosa è evidente, finora eravamo sicuri di essere svegli tutti e cinque, ma adesso si pone un problema, quello che abbiamo visto… che probabilità ha di essere reale?-
-Vuoi dire forse che stiamo dormendo e sognando?- Dice il primo uomo dopo aver tirato giù l’ultimo sorso di vino rimasto nel bicchiere.
-Voglio dire che il fatto che abbiamo appena visto non è… normale-
Il terzo uomo allora aggiunge. -E se stiamo sognando, chi di noi sta sognando?-
Silenzio.
Riprende il primo uomo, già un po’ brillo, e dice: – In fondo quello che abbiamo visto non è poi così incredibile e non starei a soffermarmi tanto su una pallonata in aria.-
-Giusto, lo riprende il secondo uomo, si sarà trattato di un effetto ottico, magari la luna piena e l’atmosfera… Ce ne sono tanti di questi effetti e magari noi abbiamo preso lucciole per lanterne.-
Poi rivolgendosi al terzo uomo lo interroga: -Te cosa dici?-
Il terzo uomo che ha già la mente assorbita dal culetto che si agita di nuovo davanti a lui tira corto: -Questo è un posto frequentato da gente strana. Qualcuno potrebbe averci fatto uno scherzo e messo qualche droga nel vino. Abbiamo visto un normale calcio al pallone e ci siamo suggestionati a vicenda. Il pallone sarà sicuramente finito nei cespugli là davanti. Io ho la sensazione di essere completamente sveglio e mi sembra anche voi… giusto?-
Gli altri annuiscono ad eccezione della donna che si mostra assorta.
-Tre su tre, tu cosa dici?- rivolgendosi al quarto uomo.
-Sì, mi sembra una spiegazione ragionevole la tua, ma anche la sua, anzi una non esclude l’altra e poi… io quando giocavo a calcio.. non dico di essere stato proprio in grado di alzare il pallone a questo modo, ma quasi…-
Mostrando un aria compiaciuta aggiunge: -Quattro su quattro. Te cosa dici?- rivolgendosi alla donna.
La donna fa passare un momento prima di parlare e poi sorridendo dice: – No, io credo che quello che abbiamo visto non può essere né reale, né concreto. Quale è il risultato adesso?

Gianni C. 

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