Ipocrisia. Ieri girava questa parola su fb. Indignarsi per la politica di Donald Trump su immigrazione, Islam e muri sarebbe una forma di ipocrisia, perché un muro col Messico esiste già e provvedimenti simili a quelli per bloccare l’ingresso negli USA erano già stati presi dalle precedenti amministrazioni.
Tutto vero, ma cerchiamo di capire le differenze e cosa è cambiato. Intanto diciamo che il Nobel per la pace a Obama è una barzelletta e lo sappiamo tutti. Come sappiamo che Clinton e compagnia bella sono stati imperialisti e guerrafondai. Magari consiglio di leggersi gli articoli di Chomsky e di non limitarsi allo lo stato fb di pinco o pallino.
Detto questo ci sono alcune differenze che saltano agli occhi.
1) Trump rivendica il suprematismo USA. Non si preoccupa nemmeno di nasconderlo in qualche forma di universalismo. Dire che questo è un bene è come dire che Hitler ha posto fine all’ipocrisia dell’antisemitismo strisciante con le camere a gas. Purtroppo vedo che tanti cervelli ragionano così.
Rivendicare un comportamento ingiusto non rende giustizia a niente e nessuno. Trump rivendica ciò che doveva essere in qualche modo “occultato” almeno dietro provvedimenti di facciata o paraventi mediatici. Il muro è stato costruito da Clinton, ma l’opinione pubblica non ne è a conoscenza. Con lui, invece, è diventato uno dei punti fondamentali del programma elettorale e del nuovo assetto internazionale degli USA.
Non traggo conclusioni ma invito a riflettere su questo processo di sdoganamento.
Per quanto mi riguarda è un processo pericoloso e questo riallineamento fra i piani di rappresentazione e politiche di fatto non mi pare presagisca nulla di buono.
2) L’amministrazione Obama ha sospeso per sei mesi il permesso di ingresso agli iraqeni negli USA. Questo era un provvedimento discutibile, ma temporaneo. Trump su questi provvedimenti traccia le linee guida di un nuovo ordine americano.
3) Il modo. La forma. La forma è importante quanto la sostanza. Su questo mi ha chiarito ieri Angelo Italiano di cui riporto qui a grandi linee il ragionamento.
Il fatto che il presidente dello Stato più potente del mondo si comporti come se amministrasse un condominio è inquietante. Questi provvedimenti vengono messi in atto in maniera fulminea. Anche questo non è casuale. Velocità è la parola chiave.
Ci sono state persone bloccate negli aereoporti, perché il loro diritto è “scaduto” mentre erano in volo.
Se con la stessa velocità venissero prese decisioni di tipo bellico e “termonucleare” ci possiamo immaginare le conseguenze.
4) Trump è un negazionista ecologico.
Anche le altre amministrazioni si sono comportate in maniera devastante nei confronti dell’ambiente e sono state inadempienti in ogni protocollo internazionale, ma nessuno aveva usato argomenti come -se aumenta la temperatura ci saranno inverni meno rigidi…
Anche su questo è stato veloce nel togliere di mezzo ogni vincolo ecologico alla produzione USA.
Mi limito a queste osservazioni non perché siano perfette o esauriscono l’argomento, ma perché mi sembra che tocchino il problema della percezione diffusa di quello che sta succedendo.
Gli USA sono stati l’ultimo paese in cui è stata abolita la schiavitù, nonostante fossero il paese democraticamente più avanzato del mondo. Ma quello che successe allora era, in un certo senso, un procedimento inverso rispetto a quello attuale. Avveniva un riallineamento progressista del diritto rispetto al piano di rappresentazione. Allora avvenne una guerra civile. Adesso sarebbe impensabile; una guerra civile non ci sarà, ma il clima che si percepisce da quelle parti la ricorda parecchio.
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