Si chiamano razzismo, sessismo, omo-lesbo-transfobia no “la tua opinione”. Post di comunicazionedigenere.wordpress.com su cui avrei commentato così se non avessero disattivato i commenti a causa di una valanga di offese.
Su comunicazionedigenere prendono un po’ troppo sul serio le “opinioni del web”. Nel senso che va bene che ci dai un’occhiata, ma non sono lo specchio del paese. Fanno sociologia le frasi dei tweet, ma sono pur sempre simili alle scritte nei cessi. Finisce che coloro che non amano riflettere, ma che possono scrivere qualsiasi commento becero per semplicità su qualche pagina in internet, determinano l’agenda, la predisposizione mentale e lo stato d’animo di chi nella capacità di riflettere ci crede. Per quanto mi riguarda questa xenofobia (che non è immediatamente sinonimo di razzismo -non è meno pericolosa-) andrebbe analizzata nella sua capacità di penetrazione nel tessuto sociale e non soltanto indignandosi. Vorrei capire meglio la -molteplicità- di un sentimento oscuro che vede spesso lo stesso tipo di degenerazione culturale fra “autoctoni” e “non-autoctoni”. Gli stessi disvalori, ma anche le stesse aspirazioni etno-mascherate. Ad esempio c’è da valutare il fatto che questo disprezzo non sia unilaterale tra italiani benpensanti agiati e migranti-donne-lesbo-omo-trans, ma in ognuna di queste componenti ritroviamo lo stesso disprezzo per l’altro, quasi fosse una necessità esistenziale e forse lo è.
Non che le cose che dice in questo post siano sbagliate. Le ritengo limitate. E’ che aggiungono poco a quello che sapevamo. Non considerano le cause di un tutti-contro-tutti in cui ognuno deve affermare se stesso o scomparire. Ad esempio se l’autrice andasse a chiedere a buona parte dei migranti provenienti da culture tradizionaliste cosa pensano dell’affermazione della Boldrini sul ruolo della madre di famiglia, scoprirebbe che non sono pochi quelli che superano casapound da destra. Gli argomenti si limitano troppo alla decostruzione del linguaggio… che va bene, ma c’è dell’altro. I motivi di questo disagio vanno anche aperti e ci va guardato dentro. Pure se fa schifo. Pena il travolgimento da parte chi eleva il disagio a sistema unico di relazione violenta. Infatti in Europa l’estrema destra sta per essere premiata ovunque.
I motivi per cui non si è creata una reale integrazione (nemmeno fra gli stessi europei) anche se si manifestano in questo schifo non sono lo schifo stesso. Sono il centro della riflessione. Il centro che secondo me è stato mancato nel post. Gente che dice -io non sono razzista ma li sterminerei tutti- o robe del genere, iniziamo a prenderla come segnale d’allarme non come segnale comunicativo. Poi ognuno le priorità le mette dove vuole, intendiamoci. IMHO