Se cerchi di concentrarti in presenza di un animo farfalla questo ti disturberà.
E’ il tributo che si deve pagare allo smantellamento dell’agenzia per l’infanzia di sintesi.
E’ il nucleo centrale del lavoro di relazione ad interim.
E’ un paese pieno di infaticabili praticanti animi infantili che sfilano dentro pelle di serpente e cingono fallaci elmi di Scipio alla moda di Roma.
E’ una città oleosa come quando fuori piove.
Gli altri animali si sono arresi seduti su qualche tipo di poltrona sofà a pascolare il buon senso comune di un certo numero di adulti immaginari in qualche attività tipo ricreativa, che porta salute e benessere. Oppure latitano in Lituania, muovendosi nel buio come fantasmi tremanti di paura e rabbia cercando di evitare la corsa frenetica di furibondi elefanti asiatici sulla pista caucasica delle spezie della mente dentro un malinconico supermarket alla periferia di Genova est.
La merce, all’apparenza triviale, ha assunto la sua forma adamantina.
Giocattolo che profuma di giocattolo e gli umani che si convertono alla merce vedono sprofondare Barbie dai lunghi capelli biondi nelle insaziabili fregne sabbie mobili della pubblicità; teneri sfinteri rilassati pieni di meraviglia e umori fluidi luminosi, mentre Ken, il barbaro, il guerriero, il rabarbaro, l’immaturo, il coatto, il tenero fidanzato di gomma, passandosi lascivamente la mano tra le chiappe, si accarezza con l’indice e il medio un buco del culo sempre più gonfio, sporgente e pulsante e se la ride di gusto, ancora per poco, nel microonde.
Concentrarsi è qualcosa di essenziale, vuol dire scendere dalla superficie alla profondità. Un vizio speleologico accessibile ai pochi estratti a sorte alla lotteria delle 21 e trenta e pure un’elevazione. Tutto questo per l’animo infantile è merda che ha sbagliato verso. Ma non soltanto.
Si tratta di un cambiamento che fa suonare alla falsa coscienza allarmi e campanelli del cambiamento totale mentre avverte il pericolo delle trasformazioni al fosforo che incendiano la notte perduta di povere corse annoiate, nella polvere del tempo passato a nascondersi dentro un malinconico supermarket alla periferia di Genova sud.
Adesso se cambia qualcosa è perché la trasformazione è già rappresentata mille volte su mille pixel di cui si nutre costantemente la divinità precolombiana con testa di serpente succhiandosi il clitoride sacro che iddio le creò, per mezzo di un organo tubiforme situato al posto della cavità buccale e prodotto a sua volta da un tessuto del tutto speciale che ha reso grande il made in Italy.
Tutto quello che sa fare, anche se si veste di lunghi linguaggi grondanti lacrime e progresso, o porta l’elmo di Scipio tutto il santo giorno o cose di questo genere, tende alla restaurazione.
Ogni istante si misura con la santificazione della propria merda magica. Lanterna di logica glaciale al calcimonio. Mentre bambini farfalla, nello spettacolo delle quindici e trenta del quindici di Agosto dell’anno 2015, appaiono reazionari e privi di innocenza d’infanzia, ma l’espropriazione dell’innocenza, che pure ritorna in forma di adesione all’infanzia spettacolare accessibile del mondo sintetico come sfinge testa di morto gigante proprio sopra il collo al posto della propria testa umana, avviene nell’atto stesso del contorcersi.
Così l’adulto bambino aderisce ad un progetto taciturno in cui le carogne sono diventate carogne e non ci sono pazzi perché non ci sono più pezzi per comporli e perché nessuno è più sano di mente o santo o beato. E l’invidia nei confronti del prossimo viene premiata con un comodo pompino senza ingegno che lascia tutti insoddisfatti e rimborsati. (La direzione informa che, per le signore, è prevista l’opzione cunnilinguo che le lascerà altrettanto insoddisfatte e rimborsate e fornirà pure un simpatico omaggio.)
E’ pericoloso tentare di far riflettere l’adulto testuggine. Potrebbe scagliarsi contro di te con la forza che in certe tradizioni viene attribuita ai morti disturbati dal sonno.
Gli unici adulti che l’adulto testuggine riconosce come tali sono i propri genitori corallo, oppure coloro che simulano il volo macabro. Come gli uccelli frattalici della Papuasia che esibiscono un piumaggio da sogno ricolmo di colori acrilici spalmabili nel puzzo di piscio di una notte da metropoli addormentata.
O gli ippopotami di fuoco, che sono riusciti ad affermarsi socialmente grazie alle dimensioni del loro cazzo allo spiedo.
I genitori testa di ippopotamo non hanno voluto tutto questo, ma non hanno potuto agire diversamente, o non hanno voluto, perché anch’essi adulti-bambini farfalla o perché assenti del tutto. E nessuno adesso può più farlo.
E questo è molto triste
L’adulto-bambino chiede di essere sfruttato o di sfruttare diventando bambino-adulto.
Chiede di ruotare su se stesso di 180 gradi e odia la libertà.
L’adulto testuggine brucia ed emana eterna luce di lanterna alimentata dalla sborrata al napalm degli ippopotami dal grosso cazzo allo spiedo.
La mentalità al mentolo dell’adulto bambino puzza infinitamente di trielina e bacchettoni e sapone e copertone bruciato dentro un malinconico supermarket alla periferia di Genova sud.
Nel frattempo, la doppia morale ha girato un film porno con se stessa masturbandosi con ardore sul divano, davanti alla telecamera spenta, ed è riuscita a coinvolgere tutta la famiglia, anche se il protagonista indiscusso rimane per ora un freezer dal nome impronunciabile che riesce a fare delle cose davvero rivoltanti per lo stomaco di chiunque.
Così l’adulto testa di bambino farfalla vuole sapere subito chi comanda da queste parti e imitarlo prima di ascendere al cielo perché nella mente dell’adulto-bambino non c’è bellezza alcuna, ma soltanto la nauseante puzza di purezza e decorosi alibi che volteggiano alti nel cielo come l’uccello frattalico della Papuasia… il che permette di classificarlo come una vera e propria testa di cazzo cinta dal solito elmo di Scipio.
Chiaro?
Gianni :::2009 circa:::