Scie chimiche
Tutti ne hanno sentito parlare. Sono un must delle teorie complottiste e delle relative reazioni anti-complottiste. Le scie chimiche. Ho visto un video –il web ne è pieno- dove giurano e spergiurano (troppo secondo me) di aver capito tutto di queste scie chimiche e del loro utilizzo e citano fonti su fonti –tutte difficilmente verificabili- ed emerge la teoria del controllo totale. Tramite la chimica il governo occulto controlla il mondo, il cambiamento climatico e le malattie e la diffusione delle radiazioni e…
Su questo gli anti-complottisti sono categorici: tutte cazzate.
Bene. Io sono cresciuto in un mondo dove c’era una comprensibile divisione tra comunisti e anticomunisti e mi ritrovo in un mondo dove ogni evento piuttosto che essere compreso diventa oggetto del contendere tra due categorie che si chiamano complottisti e anticomplottisti (in inglese debunkers). I primi sono convinti che tutto è complotto ed ogni evento è ordinato e controllato dall’alto e sono pronti a difendere, spesso con toni fanatici, versioni non ufficiali a proposito di qualsiasi evento od argomento anche se contrastanti tra loro. I secondi invece sono dei fanatici delle versioni ufficiali. Che di solito, in quanto a fantasia, non hanno nulla da invidiare alle teorie del complotto. In un mondo con una sovraeccitazione spettacolare assoluta sembra che niente sia verificabile e la verità si sia allontanata nell’interpretazione come la realtà si è allontanata nella rappresentazione.
Piuttosto che riflettere su questa cosa mi sono detto: e se la dovessi inventare io una teoria sulle scie chimiche cosa ci metterei dentro? C’ho pensato un po’ e poi mi sono detto: Ok, il militare dell’esercito rilascia l’intervista dicendo –Sì, sì è roba militare..- (come se un militare, o ex militare, USA potesse andare in giro a rilasciare interviste sui progetti bellici secretati… mavvia!!). Poi arriva lo scienziato XY e ci dice che il clima viene modificato ecc ecc.
Restiamo pragmatici. Cosa potrebbe invogliare qualcuno a fare un pieno di carburante ad un aereo e poi mandarlo a sganciare roba per aria?
Io la teoria delle scie chimiche me la inventerei così: una gran quantità di rifiuti chimici e composti contenenti metalli pesanti che devono essere smaltiti. Invece che smaltirli, che spesso è impossibile, si potrebbe “smaltirli”. Un certo numero di tonnellate di questi rifiuti rilasciata nell’aria che valore di mercato potrebbe avere? Di sicuro altissima. Poi una volta rilasciate nell’aria la loro dispersione funziona a dovere per ottenere quello che il nostro sistema ci chiede di fare: concentrare i profitti e distribuire le tossicità. Come il sistema speculativo. Solo in un altro ambito.
Non è vera. O meglio non ho elementi per sapere se è vera. Potrebbe anche esserlo per quel che ne so. Di sicuro l’ho inventata io. Ma non è questo l’importante. L’importante è che questo è successo davvero per anni sulle strade italiane dove camion cisterna viaggiavano sulle autostrade con un rubinetto leggermente aperto e partivano pieni e tornavano vuoti rilasciando liquami tossici sull’ asfalto d’Italia. Questo è emerso dalle tante inchieste sulle ecomafie. Su questo nessun complottista ha avuto bisogno di scomodarsi.
Una cosa che devo dire su questo sistema economico. Solo una cosa? Una cosa. Intanto una. Ed è precisamente questa: se togliamo l’inquinamento ambientale, la distribuzione nell’ambiente delle tossicità i profitti non esistono. Non esistono proprio. Se fossero realmente bonificati i siti delle produzioni tossiche il costo della bonifica eccederebbe i profitti della produzione. Se in una lavorazione che richiede metalli pesanti fosse richiesta e attuata la sanificazione degli scarti di lavorazione in modo completo e soddisfacente il prodotto finito di quella lavorazione non potrebbe mai stare su nessun mercato a causa del costo.
Profitto, non giusti utili. Profitto über alles. Il profitto è solo la dispersione della tossicità, della malattia, della miseria e della morte. E più riesce a disperdere, nell’aria, nell’acqua, nella terra più il profitto è alto. Senza le discariche mafiose non c’è sistema produttivo “sano”. Senza le navi cariche di rifiuti affondate in mare non c’è profitto. Senza la diossina e le polveri sottili degli inceneritori non c’è profitto. Senza l’accumulo di sostanze velenose in voi e nei vostri figli non c’è profitto. Senza l’inquinamento delle falde, senza la malattia, i reparti degli ospedali pieni. Le buche riempite di fanghi la notte. I fiumi che cambiano colore a seconda del giorno. Un isola di rifiuti che rotea come una galassia nel centro dell’oceano indiano… Senza questo non c’è profitto.
Il modello di impresa vincente è il modello di impresa mafioso. Solo il modello di impresa mafioso –in tutte le sue estensioni clientelari- riesce simultaneamente ad accumulare liquidità -nel senso del denaro- e disperdere liquidità -nel senso dei liquami- garantendo la migliore gestione “non problematica” del dissenso sul territorio.
Diranno che c’è una risposta tecnologica a tutto questo. Costruiremo una macchina enorme e potentissima che ci salverà! Una nave che si mangia tutti i rifiuti del mare! Ma la risposta non potrà essere solo tecnologica. La dittatura del profitto dovrà essere distrutta senza pietà alcuna o senza pietà alcuna saremo distrutti.
Sarebbe curioso analizzarle queste scie chimiche.
[GC :::2012:::]