Tra socialismo e barbarie

Suruc

“Quando un dipendente incazzato se la prende col suo principale in Francia, dato che è musulmano, arrivano titoli a 9 colonne e speciali televisivi sullo scontro di civiltà.
Ieri un attentato terroristico, in Turchia, ha ucciso 32 giovani militanti di sinistra, ragazzi e ragazze appartenenti a uno dei gruppi che ha formato l’HDP (poche settimane fa entrato, con un successo storico, nel parlamento turco), mentre andavano a portare solidarietà a Kobane, cioè sul fronte di uno scontro piuttosto vero e concreto. E pare che non sia successo nulla. Sui media italiani si parla dei profughi. Come se una parte non secondaria dei profughi che ospitiamo non scappasse esattamente dalla barbarie che Kobane prova da mesi a fermare, la stessa barbarie che ha ucciso quei 32 ieri. Come se potessimo davvero ignorare quello che sta succedendo in Siria e, ora, anche in Turchia.
Inutile nasconderlo: questa storia sta toccando in particolare alcuni di noi perché le vittime sono molto simili a noi, solo molto più coraggiose. Giovani militanti che sanno da che parte stare, tra socialismo e barbarie. E però fermare quella barbarie dovrebbe interessare anche ad altri. Ci sono 32 ragazzi che sono partiti dalle loro città, per andare a dare una mano al confine del mondo, e non sono più tornati. Chi è tornato, lo ha fatto camminando sui cadaveri dei propri amici e compagni. Davvero fa venire i brividi solo a noi? Davvero ce la sentiamo di girarci dall’altra parte, pur di non toccare gli interessi di quel confine? Davvero la cattiva coscienza della Turchia e dell’Occidente sulla questione curda vale più di quei 32?”
Lorenzo Zamponi

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