Debito: i primi 5000 anni
David Graeber
Ed. italiana Il saggiatore
Finalmente un libro che tratta il debito e la moneta da un punto di vista che non sia liberal-fascista. Finalmente un testo che non sia una banalizzazione di tesi copia-incollate. Un saggio autorevole che si legge con il trasporto di un romanzo in cui siamo tutti coinvolti come protagonisti.
Stiamo ancora facendo i conti con debito, riduzione in schiavitù, patriarcato, perché ad ogni ciclo storico il potere evita che si regolino i conti con queste questioni? Cosa fare affinché i primi 5000 anni di questa storia infame siano anche gli ultimi? Queste sono solo due delle tantissime domande che la lettura del saggio di Graeber può far sorgere nel lettore.
Graeber è un attivista, ma non un banale propagandista e non spara soluzioni. Fornisce strumenti per capire il presente partendo dall’antropologia, dalla storia e dall’economia. Non si fa scrupoli a rovesciare i miti con cui queste scienze pretendono di interpretare la realtà come quelli in voga tra gli ambienti alternativi più devoti al culto dell’ignoranza.
Questo è un libro per capire il presente senza considerarlo piatto e indecifrabile. Chi ha ricette buone per tutte le stagioni farà bene a non leggerlo, non gli servirebbe a nulla.
Graeber è colui che ha coniato il termine: Occupy Wall Street. Quindi questo è un libro che chiunque pronunci Occupy + Qualcosa farebbe bene ad aver letto. Almeno prima di parlare con me. (In generale -Il debito: i primi 5000 anni- rientra tra i libri che chiederò ad un interlocutore che s’intenda discutere con il sottoscritto della situazione attuale se rientra tra le proprie letture -soprattutto per coloro che sventolano cultura come sbandieratori al palio- per valutare il livello dell’interlocutore stesso.)
Non si tratta di un libro che spiega tutto o che ammazza la discussione, ma di un’opera fondamentale per non sparare cazzate.
Gianni