Yugen – La politica è morta

A Valentina Cioni, cittadina del cielo.

A Sandro Mazzantini, cittadino del cielo. 

 

"L’Occidente rappresenta la mente maschile, l’intelletto e la sua
aggressività. L’Oriente rappresenta la mente femminile, l’intuizione e
la sua ricettività.
L’Oriente e e l’Occidente non sono fatti arbitrari: si tratta di una
divisione molto profonda ed estremamente significativa."
-Oriente e Occidente- Osho

"Dagli anni ottanta non se ne esce vivi."
After Hours

Circa venti anni fa io e Pilade Cantini eravamo due imberbi studenti che
portavano a testa alta le loro turbe ormonali e il loro disadattamento
sociale. L’età, e qualcosa a cui non avrei saputo dare il nome, lo
permettevano.
Allora eravamo militanti della Lega Studenti Medi, federata alla
F.G.C.I. la federazione giovanile del PCI.
Io provenivo da una piccola militanza nel WWF, forse l’unica
associazione ecologista presente ad Empoli allora. Leggevo gli articoli
che parlavano di ecologia e vedevo disastri planetari ovunque.

Soprattutto eravamo due studenti che organizzavano comitati e
manifestazioni e tingevano striscioni e distribuivano migliaia di
volantini. Sempre. Ed eravamo sempre nelle assemblee. Che organizzavamo
incessantemente.
Dire che c’era stato il riflusso era riduttivo. La sensazione era che
avessero buttato la bomba a neutroni.

Decidemmo di fare un giornalino degli studenti medi e lo chiamammo:
YUGEN.
Il nome era farina del mio sacco. Yugen è una parola giapponese di cui
non esiste una traduzione precisa in italiano. Il significato è
all’incirca: il sottile contrapposto all’ovvio. L’avevo pescato da un
libro di Alan Watts sullo Zen, che stavo leggendo in quel momento.

Yugen per me era una cifra distintiva su cui non si può bluffare.
Metteva sullo stesso piano (ridicolo) le retoriche della chiesa
ufficiale (PCI) e delle varie sette gli giravano intorno con le loro
retoriche altrettanto appiccicose ma un po’ più rabbiose, oppure il
qualunquismo dilagante, la melma democristiana, l’ignoranza
folcloristica e la Milano da bere di cui a noi non ci sarebbe mai
toccata una goccia.

Eravamo pieni di buoni sentimenti allora e anche di sfiga, che vanno
sempre a braccetto insieme. Infatti mi ricordo ad una festa figgicciotta
da qualche parte era partito un coro di quelli idioti-amarcord, anzi era
una canzoncina in perfetto stile piccì-picciò. Tale canzoncina era così
strutturata: c’era la madre che diceva alla figlia -figlia ti voglio
dare in sposa ad un …- fascista, socialista, qualunquista, liberale,
democristiano ect e la figlia sempre rispondeva che non lo voleva perché
il tizio era in qualche modo sgradito fino a quando non si arrivava al
comunista e se non ricordo male il comunista c’aveva invece il cazzo che
conquista.
Mah, io tutto questo cazzo che conquistava non ero sicuro di averlo
(però forse ero poco comunista, chissà), ma il passaggio interessante
era:

M -Figlia ti voglio dare in sposa ad un democristiano (x2)
F -Il democristiano lo voglio NO!
M -Perché? Che c’ha?
F -Il democristiano lo piglia in culo e in mano (x3)

Inutile dire che sul democristiano si raggiungeva il massimo del patos
collettivo.
Stavo ascoltando questa cosa con un leggero distacco e con una punta di
disprezzo, anche perché  lì con noi c’era più di un compagno omosessuale
e non capivo perché dargli del democristiano solo perché gli piaceva
prenderlo in culo o in mano. Non erano tutti solo sfigati come me. C’era
gente che una sessualità di qualche tipo ce l’aveva.
Paolo che era lì accanto a me ed era dichiaratamente gay, mi guardò e
disse:- Mah, prenderò la tessera della DC. Se butta bene a questo modo-.
Questo è yugen.

Ci tengo a precisare che la sinistra parlamentare non era messa né
meglio né peggio di quella che allora era chiamata la sinistra
extraparlamentare. Ad una manifestazione antiproibizionista a Roma,
svariati extra intonavano il coro "Craxi frocio" nel loro spezzone con
una gioia da ripetenti di prima elementare.

Le pubblicazioni di Yugen si fermarono al numero 0. Mi sembra più che
lecito per un nome preso in prestito dallo Zen.

La politica è morta dicevo. Ma anche la filosofia non sta molto bene,
anche se apparentemente gode di buona salute. Anzi di rinnovata
giovinezza. Certo la filosofia è più interessante perché ci sono un
sacco di concetti da familiarizzare. Mentre la politica è sempre più o
meno una furberia messa in opera.
Quello che le varie scienze separate hanno sempre cercato di conquistare
(purtroppo riuscendoci spesso) è il terreno della Passione Civile.
Ma adesso è la Passione Civile che deve conquistare la conoscenza per
portare a compimento i movimenti di emancipazione.
Fino alla vittoria, che è di chi vince.

[-A presto-]
Gianni Casalini

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