Frivolezze (2° parte)

 
"Ilari noi, con una punta di -DISPREZZO-"
Uoki Tochi, L’estetica.

La Repubblica di Sabato 8 novembre 2008 titola a tutta pagina: "Obama:
la mia guerra alla crisi". Subito sotto viene citato il neo presidente
degli Stati Uniti d’America che dice: "E’ la più grave della nostra
vita. Subito aiuti alla classe media".
Ricetta interessante, non sapevo esistesse ancora una classe media negli
U.S.A. Anche da noi è in via di ridefinizione. E’ -fuzzy- fra due
estremi che vanno dall’indigenza all’ostentazione.

Mi è venuta in mente la vignetta di Vauro dove è disegnato un barbone
che sta leggendo un giornale e dice ad un collega: "Hai sentito sta
scomparendo la classe media."
E l’altro barbone gli risponde: "Tanto a me è sempre stata sulle
palle!".

No, è una questione di stile, ladi’s and gent’lmen, infatti Vittorio
Zucconi firma un editoriale, accanto alla foto a colori di Obama che
parla dal pulpito del "the office of the president elect", intitolato
"Uno stile kennediano".
Nelle prime righe dice: "Poiché la presidenza americana è stile, prima
ancora che sostanza, se guidare una nazione di nazioni come questa è
capacità di parlare direttamente alla gente, prima ancora di pretendere
di governarla, è davvero cominciato un giorno nuovo, negli Stati Uniti".

"Bravo Bozzone… ti facevo più ignorante, parei Kennedi!".
"Modestamente c’ho i’ mi’ stile".
Bertolucci, Benigni e Monni avevano anticipato questo momento storico
già ai tempi di -Berlinguer ti voglio bene-.

Ci sono anche le polemiche fra il PD e il PDL sulla definizione di
abbronzatura o meno del presidente USA.
Il Silvio proprio non riesce a mandarla giù questa cosa che il
presidente degli USA può fare a meno di lunghe sedute agli UV (che poi
si vede…) e allora, invidioso come è, ti pianta una polemica
internazionale con il Walter risentito perché certe cose non si dicono
al suo amico Obama.
Insomma tutta una storia di bullismo e gelosie fra iscritti in seconda
elementare che riempie pagine e pagine di cazzate.
E poi dai Berlusconi è uno del popolo. Invidioso come il popolo degli
spettatori. Noioso come il popolo degli spettatori. Ottuso come il
popolo degli spettatori.

La politica è vicina alla gente. Infatti alla gente piace sapere chi ce
l’ha con chi, come l’ha offeso, se c’ha le corna e con chi gliele a
messe, in quale ristorante va a mangiare cosa, se il cane è un labrador
o un salsiccio-meticcio.

Che doveva dire il Silvio? Scherzava. Lui ha dei maestri di umorismo
dietro le spalle non indifferenti, come Massimo Boldi, o Jerry Calà, o i
fratelli Vanzina.
Anzi per le prossime elezioni italiane propongo una svolta epocale.
Facciamola una follia in questo paese di gente noiosa. -Una botta de
vita- come dicono a Roma.
Candidiamo entrambi i fratelli Vanzina: uno per il PD e uno per il PDL.
Che  vuoi che non ce ne sia uno -più di sinistra di un’altro-.
Basta che Napolitano li convochi con la scusa di un premio alla cultura
e guardiamo chi si mette a destra e chi a sinistra. Così, senza dire
nulla prima. E’ una figata garantita.
Chiunque vinca ti fa un governo di fighe esagerate, e con un ministro
della difesa che ti chiama "cipollino" (fa tanto ridere quando a uno gli
dici -cipollino-).
Invece che interrogarci sulla definizione di nuovi cittadini, vecchi
cittadini, migranti o stanziali chiamiamo tutti cipollini e cipolline.

Siccome mi sa che, nonostante le dichiarazioni d’intenti, questa crisi
me le sta un po’ rodendo le palle mi propongo anche io per un progetto.
Si vive a progetto oggi. Se non hai un progetto non sei nessuno.
Si ama a progetto. Si fa sesso a progetto.
Dove vai se un progetto non ce l’hai?
Posso mettere da parte il mio progetto di allevare asini e vendere latte
di asina per fare qualcosa per il mio paese. Sono un patriota.
Propongo un Piano di Rinascita Umoristica. PRU.
Silvio, cosa ci fai con Licio Gelli? E’ inutile che vada a fare
programmi in TV.
Dai, -Venerabile Italia- con il simbolo della massoneria. Passata
l’euforia iniziale si viene presi dalla commozione nel vedere questo
signore anziano che dovrebbe godersi la serenità della sua età e invece
è lì a sparare giudizi su governo e magistratura.
E’ uno ancorato a vecchi schemi, ce l’ha con le studentesse con
l’ombelico scoperto.
Io sono molto più indicato, è più facile che trovi da ridire sulle
studentesse con l’ombelico coperto.

E per far capire che dico sul serio offro un demo del Piano di Rinascita
Umoristica (PRU).

Prima cosa, l’ho già detto, il prossimo presidente si chiamerà Vanzina.
Poi facciamo come i presidenti americani: dichiariamo sempre guerra a
qualcosa. Bush l’ha dichiarata al terrore. Ce l’ha fregata, siamo
arrivati secondi e possiamo solo dire sì dai giochiamo anche noi. Guerra
al terrore è buono perché è eterna. Anzi meno riesce ad ottenere
risultati più il terrore aumenta e più bisogna stanziare finanziamenti
per fare la guerra al terrore. Obama dichiara guerra alla crisi. Anche
questa è buona. Non finisce mai.
A noi restano sempre -la guerra alla noia-, -la guerra al malumore-, -la
guerra all’antipatia- e molte altre. -La guerra al sesso- no, quella va
lasciata al Vaticano anche se lo spostiamo in Cina, sono arrivati prima
loro.
Le possiamo fare tutte, ma io sarei per fregare un vecchio slogan
antimilitarista, facciamo -guerra alla guerra-.
Lo spieghiamo a tutti che finanziamo gli armamenti perché c’è troppa
guerra e più spostiamo eserciti e polizie più c’è guerra. Con questa
facciamo schiantare d’invidia anche Obama.

Poi ci mettiamo daccordo con tutti i nostri amici e facciamo pure noi la
guerra alla crisi.
La guerra alla crisi si fa così: il sistema bancario fa delle buche
spaventose, noi le giustifichiamo dicendo che sono stati dati troppi
mutui facili e chiediamo alle banche centrali di emettere soldi che
diamo alle banche. E noi ci teniamo il debito. Come hanno votato insieme
Obama  (il buono) e Bush (il cattivo).
Certo potremmo regalare soldi alle persone. In fondo cosa ci vuole a
fare dei soldi. Basta una tipografia.
Si regalano alle banche per salvarle dal fallimento, si potrebbero
regalare a chi deve pagare i mutui. Così li da alle banche che hanno
indietro i loro mutui e tutti vivono più o meno felici e contenti. Si
sarà prodotto debito, ma l’economia è andata avanti.
Ma noi non facciamo così, li diamo direttamente alle banche che si
prendono anche le case e gli immobili ipotecati. Come negli USA.
L’importante è che il debito sia moooolto grande e che si rischi la
catastrofe. Per farlo diventare molto grande basta prendere i migliori
manager che ti applicano gli ultimi ritrovati di ingegneria finanziaria.
Facciamo una bolla più grossa di Wall Street e la facciamo scoppiare. Le
matte risate.
Basta essere tutti uniti.
Vabbé poi svendiamo tutto quello che c’è rimasto da svendere dello
stato. Ma siccome lo stato fa debito e sporca come gli animali
domestici, ma non te ne puoi liberare allora prima trasformiamo tutto in
fondazioni o spa o cose che possono fallire. Poi ci mettiamo i migliori
manager e poi chiamiamo Colaninno. Che secondo me è uno in gamba e
arriva sempre quando ce n’è bisogno.

La Gelmini è troppo sexy per essere buttata fuori dal governo, io le
creerei un ministero apposta, tipo alla simpatia.
Poi vediamo.
Ministro dell’istruzione mettiamo Maria De Filippi, che si occupa
dell’istruzione dei giovani da anni, senza che nessuno ci faccia troppo
caso. Come se nulla fosse. Maria De Filippi ha dimostrato sul campo di
saper svolgere questo ruolo. Infatti ha educato i giovani in chiave
moderna all’unica cosa che alla società sta veramente a cuore: ad essere
dei pezzi di merda. Ma non dei pezzi di merda obsoleti, dei pezzi di
merda che sanno ballicchiare, canticchiare, sparare pose e sempre e
comunque pronti a fare gli infami di fronte all’autorità costituita
(matriarcale in questo caso), scurreggiando ragionamenti falsi e
meschini.

Invece all’Università e ricerca ci mettiamo il rettore dell’Università
di Siena che dopo 250 milioni di euro di debito fatti nel -suo- ateneo
si presenta in TV ad un servizio del TG3 regionale spiegando sorridente
che sta presiedendo un tavolo con regione, Monte dei Paschi e non mi
ricordo chi, per risistemare la faccenda; con acquisizione da parte
della regione di immobili. Non ho capito bene cosa bollono in pentola,
però io mi sarei aspettato che il rettore di un ateneo fallito fosse
stato invitato gentilmente ad andarsene; non dico preso a calci nel
culo. Invece no, sicché è uno in gamba. Ministro subito.

Fondamentale nella guerra alla crisi rimane trovare chi la paga.
Facile. La facciamo pagare a tutti tranne che ai soliti non abituati a
pagare. Qualcuno più, ma soprattutto, qualcuno meno.
Anzi facciamo meglio: stabiliamo un principio di cittadinanza proprio in
base al pagamento crisi. Sei cittadino di serie A e paghi poca crisi
(oppure la riscuoti), sei un cittadino in seconda fascia? la paghi, in
terza? la paghi cara e non hai accesso a certi diritti che stabiliremo
insieme a Maroni, fino ad arrivare all’ultima fascia che non ha diritti
e non ha soldi per pagare, ma questa la mandiamo a fare i lavori
socialmente utili, ma non nei giardini, bensì a scavare le gallerie
delle grandi opere (c’è una crisi grande ci vogliono delle grandi opere,
su questo tiriamo dentro anche Di Pietro).

Ci sono mille modi per far pagare una crisi, è inutile star qui a farla
lunga. L’importante è non farla pagare a tutti insieme. Un po’ per
volta.
Ad esempio le riforme scolastiche e universitarie vanno tirate per le
lunghe e sarebbe meglio completarle d’estate.
Per ultimi lasciamo i pensionati, perché se li tocchiamo per primi
rischiamo una destabilizzazione istituzionale. Per ultimi quando non ci
sarà più nessuno a difenderli.

Carfagna e Prestigiacomo: ne eliminiamo una tramite un incontro di lotta
nel fango. Tremonti va mandato via, fa dei discorsi strani ci sta di
trovarselo col casco in qualche manifestazione post-global.
Meglio non fidarsi.

[continua]

_Gianni C.

"Ognuno ha diritto alle sue godutine". Moana Pozzi

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