Facce

 

 

Solo gli sciocchi non giudicano dalle apparenze.

Oscar Wilde

Quando Gerard entrò nel corridoio dello studio medico, fuori era già buio e quella sera faceva freddo, un freddo invernale secco e pungente.
Gerard notò che le luci artificiali sembrano più vivide quando fa freddo, come se non associandole all’idea di calore fossero denudate da qualcosa di secondario che le nasconde. Erano luci nude pensò, e si spiegò la cosa con un effetto che in psicologia chiamano sinestesia.
Quella capacità che tutti, in qualche modo, sembrano avere di associare stimoli provenienti da sensi diversi. Ad esempio il suono di un colore o la ruvidità di un’immagine o la liquidità fluida e sensuale di un discorso.

Gerard era molto turbato quella sera, e questo pensiero, che in condizioni normali lo avrebbe intrigato e trattenuto a lungo, non durò che pochi attimi, già pochi passi prima della porta aveva ceduto il posto a ciò che avrebbe dovuto dire al medico. Siccome Gerard non era privo di autoironia, quando bussò pensò al vecchio incipit delle barzellette in forma di freddura: "Dottore! dottore!…", e in particolare si ricordò quella barzelletta. "Dottore! dottore! Sono disperato: mangio carote e caco carote, mangio piselli e caco piselli, mangio pasta e caco pasta… ma cosa devo fare?
E il dottore prontamente: -mangia merda!-"

-Avanti!-
-Buonasera…-
-Buonasera, allora come va? l’ho sentita turbato al telefono. Ancora incubi?-
-Sì, ne ho avuto uno stanotte che mi ha tormentato tutto il giorno…-
-Cosa ha sognato?-
-…vede era un sogno molto strano… vivevo in un posto dove… dove era permesso avere solo facce da schiaffi…-
-Curioso e cosa intende per "facce da schiaffi"-
-non so… ha presente quella faccia che prendono le persone quando continuano ad avere al centro di sé il ricordo degli schiaffi non presi da piccoli quando se li sarebbero meritati. Come se avessero stipulato un patto con i genitori, una sorta di alleanza… o come se la loro furbizia fosse stata premiata. Una faccia di sfida che sfrutta le norme sociali… non puoi prendermi a ceffoni allora ti mostro la mia faccia da schiaffi così sei paralizzato, sviluppi rancore e io ti domino…-
-Ci ha riflettuto, questo è positivo. Continui-
-Ecco era un sogno molto complesso. Tutti quelli che avevano una posizione di potere, presidente del consiglio, ministri, sottoministri, segretari, sottosegretari, veline e così via, avevano tutti una faccia che invitava a spellarsi le mani a forza di ceffoni… e se qualcuno non ce l’aveva apparteneva al passato veniva tenuto lì come un monumento ai caduti…-
-mmmh, interessante. Solo questo?-
-No, no, c’era molto altro. In televisione tutti e tutte avevano facce da schiaffi, i protagonisti dei telefilm per esempio, i conduttori… le subrette. C’erano dei programmi che educavano le ragazze a farsi venire la faccia a schiaffi. Ce ne era uno con una graziosa ragazza con la gonna molto corta… che però sarebbe venuto da girarle il viso a manate prima di subito. Invece era di là dello schermo e questo non era possibile, così lei ballettava e faceva discorsi da insufficienza mentale senza che nessuno potesse fare niente. Poi dietro aveva un sacco di ragazze più piccole di lei che agitavano culi e capezzoli tirati a lucido e tutti maschi del paese versavano fiumi di sperma in infinite masturbazioni…-
– E lei Gerard come reagiva a questi… stimoli?-
-Io guardavo dei film porno per potermi masturbare su facce sorridenti e belle, andavo in estasi nel vedere la faccia di Moana e versavo sperma in una disperata resistenza onanista. Poi anche le protagoniste dei film porno presero la faccia da schiaffi e le inquadrature divennero solo ginecologiche, si doveva guardare solo il culo, la faccia era sparita o era meglio non vederla… poi anche il porno era diventato una specie di sport olimpico c’erano figure obbligatorie come nella ginnastica artistica, le facce erano diventate tutte uguali, sembravano disegnate al computer come nei manga…-
-Quindi c’è un risvolto erotico del sogno…-
-Non proprio, ovunque andassi c’erano corsi per farsi venire una faccia da schiaffi, all’inizio erano gratuiti poi diventarono obbligatori. Per la strada le persone avevano contrazioni di rabbia e espressioni di insoddisfazione sul volto, ma solo quando non erano viste, appena si accorgevano che qualcuno le stava osservando usciva una faccia già vista in televisione. Infine la propria faccia fu vietata del tutto.
-In che senso vietata? Vietata per legge?-
-Non venivi assunto in nessun posto di lavoro se non avevi una faccia da schiaffi; preclusa ogni carriera e ogni sicurezza sociale. Chi voleva tenere la propria faccia aveva davanti solo l’isolamento, l’emarginazione. Chi non aveva una faccia da schiaffi veniva escluso dal sistema. Non veniva preso in considerazione seriamente. Esclusione da ogni ruolo. In ogni ambiente sociale.-
-Ci sarà stato qualche moto di ribellione?-
-No, tutt’altro, l’idea che bastasse cambiare la propria faccia per cambiare il proprio destino piacque subito alle masse. Chi non ce l’aveva era out, questo costituì una norma e ben presto c’erano solo quattro o cinque tipi di espressione facciale permessa. Solo queste potevano stare davanti ad una telecamera. Era un segno di appartenenza.
Inoltre a scuola si insegnava a farsi venire la faccia da schiaffi, altrimenti avevi la faccia da timido. Chi aveva una faccia da timido poteva essere accusato di qualsiasi cosa da chiunque in qualsiasi momento ed essendo il numero di coloro che avevano rinunciato alla propria faccia per una faccia da schiaffi nettamente superiore rispetto a chi voleva tenere la propria, la condanna era "democratica".-
-E’ un sogno molto articolato… ma come si producevano le facce da schiaffi?-
-C’era un training basato sulla falsità, erano proibiti sentimenti come la rabbia, la tristezza, la gioia, la timidezza, la paura, l’eccitazione sessuale. Permessi il rancore, l’invidia e la falsità. Fin da piccoli si insegnava che certe cose si possono dire solo con una bella faccia da schiaffi… Chi resisteva veniva sottoposto ad un addestramento depressivo e una volta ottenuta una faccia da depresso si procedeva nel fornire il training per "acquisire sicurezza e padronanza di sé" fino a che non compariva una grossa faccia da ceffoni. L’unica alternativa era una faccia inespressiva "atona", una specie di maschera senza volto che per alcuni faceva pure chic, una specie di segno distintivo per i cultori del gusto dell’impenetrabilità.-
-Capisco Gerard, lei è stato molto preciso e si sarà pure fatto un’idea di cosa rappresenta tutto ciò nel suo passato?-
-Mah, vede dottore mi sono fatto l’idea che solo in determinate condizioni che negano il nostro presente il passato assume valore come bene rifugio…- Disse Gerard dopo un attimo di esitazione.
-Beh, su questo non mi trova esattamente d’accordo. Lei mi sembra comunque molto scosso dal suo sogno. Io posso aiutarla, ma nell’immediato devo somministrarle questo farmaco- e tirò fuori una fiala e una siringa.
-Capisco.- disse Gerard.
Fu allora che scorse sugli angoli della bocca del medico una piega che aveva visto fin troppo bene nel sogno e in quel preciso momento capì cosa avrebbe dovuto fare.

Quando Gerard usci dalla stanza e percorse il lungo corridoio bianco illuminato da luci al neon, l’edificio era completamente vuoto e si sentiva solo il rumore dei suoi passi.
Arrivò in strada nel buio rischiarato dai lampioni, non c’era traffico, era l’ora di cena e le poche macchine che si muovevano avevano una fretta che i loro guidatori assecondavano. Passò una coppia che lo guardo con sospetto. Gerard li trovò talmente comici che scoppiò in una fragorosa risata e sentì su tutti i muscoli del volto un meraviglioso rilassamento.

Gianni Casalini

  

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