Nel mondo realmente rovesciato il vero è un momento del falso.
G. Debord
Mio padre possedeva un cammello. Io possiedo un’automobile. Mio figlio possiederà un aereo. Suo figlio possiederà un cammello.
Proverbio dell’Arabia Saudita
In esclusiva per sutradeloto un’intervista al prof. Penny Moore coordinatore del team che ha realizzato la ormai celebre Reality Juicer Machine. Una macchina virtuale in grado di estrarre immagini di realtà dal flusso generale delle informazioni eliminando le ridondanze e le sovrastrutture inserite come coperture e manipolazioni degli eventi realmente importanti.
Per prima cosa una domanda scontata. Cosa è e come funziona la RJM?
La RJM è una macchina virtuale, quindi si tratta di una macchina che non esiste materialmente, ma lavora grazie ad un elaboratore. Il principio della RJM è molto semplice, la struttura e gli algoritmi che ne permettono la realizzazione e il funzionamento sono invece tutt’altro che banali. Su di essi il team ha deciso di mantenere il più assoluto segreto.
Il principio della RJM è il seguente: essa capta la totalità dei flussi informazionali presenti nei vari media e attraverso una matematica molto accurata estrae quelli che sono gli ”eventi nudi”.
Con“eventi nudi” indichiamo quegli eventi che sono stati preventivamente manipolati prima di venire presentati al grande pubblico, cioè “vestiti”. Su di essi vengono applicati un certo numero di filtri. Un evento può essere parzialmente nascosto, mostrato amplificando alcune caratteristiche, esaltando il particolare al posto del concetto generale, minimizzato, compresso, dilatato, trasformato e così via. L’elenco sarebbe infinito.
In generale il concetto generale di manipolazione si basa sull’-effetto specchio- che si riassume nel semplice fatto che ogni evento viene riconosciuto solo come riflesso nella mente individuale. Il modo in cui viene riflesso –è- l’evento.
La mente individuale è uno specchio addestrato al riconoscimento.
Ciò che riguarda questo training sociale è un discorso che va ben oltre lo scopo e la durata di questa intervista, per quanto ci riguarda è sufficiente dire che ognuno vede ciò che -vuole- vedere.
In questo -volere- passa un mondo.
Ma lo scopo della RJM non è tanto quello di denunciare, per l’ennesima volta, la manipolazione effettuata dal potere nei confronti dell’informazione. Essa fornisce output in cui vengono tolti i vestiti alle notizie di eventi, per così dire.
È una macchina per mettere a nudo.
A tal proposito lei ha affermato in una recente intervista al settimanale in lingua finlandese Delta Geminorum:“denunciare acriticamente la manipolazione e il controllo è diventato lo sport inutile e controproducente per la controcultura di mezzo mondo…”, eppure se ho ben capito la RJM nasce proprio dall’esigenza di annientare questo controllo globale.
Denunciare la disinformazione è stato necessario nel corso della storia ed è sempre più importante essere efficaci nel farlo, ma sembra ormai un tormentone estivo utilizzato a causa della sua semplicità d’uso.
Se non si va avanti si va indietro. Niente resta fermo. Questo è un principio conosciuto e rispettato dal potere e ostinatamente ignorato dalla pigrizia mentale di chi lo critica.
Avremo modo in futuro di ritornare sui principi della RJM, ma intanto ci può dire in cosa consiste questo“nudo”?
La metafora del nudo è significativa. Ciò che in un corpo umano la morale chiede di nascondere nel nome della decenza sono gli elementi “connettivi” del corpo stesso. In quasi tutte le culture si chiede di coprire le parti implicate nell’unione sessuale. Ma la pelle stessa è elemento connettivo e la morale può chiedere la totale copertura del corpo. Ogni parte esterna del corpo umano è connettiva quindi è tramite l’elaborazione di una convenzione che viene stabilito cosa considerare connettivo e cosa no.
Allo stesso modo un fatto prima di essere presentato in forma di notizia viene ampiamente vestito; vengono cioè coperti gli elementi connettivi.
La metafora finisce qui, in quanto il potere deve ostentare di coprire i corpi per essere tale. La copertura è un atto di sottomissione ad una norma imposta o ad una abitudine. Nel caso della così detta informazione viene spacciato per nudo ciò che è in realtà vestito. Quella che viene presentata al pubblico è una accattivante pseudo-nudità.
Ma un fatto non potrebbe essere assolutamente negato o nascosto?
A volte non è possibile. Anzi oggi è quasi sempre impossibile. Inoltre dal punto di vista del sistema di dominio non è mai auspicabile. Ogni cosa deve essere già saputa e interpretata in una miriade di modi inutili, forvianti, infantili. Così anche quando emergesse una “visione illuminante” dell’evidenza del fatto verrebbe subito sterminata in una matrice di idiozie.
Il principio che permette l’output di eventi nudi nella RJM è implementato grazie all’evidenza che un certo “grado di significatività” richiede una grande quantità di “manipolazione”.
E’ proprio seguendo i“vestiti” che gli algoritmi psicolinguistici rintracciano proprio ciò che deve essere messo a nudo.
In un certo senso sfruttano l’impegno dell’avversario.
Però il sistema di dominio potrebbe anche vestire notizie di eventi inutili al fine di farli sembrare significativi. Cosa ne pensa?
Certo ed è quello che succede. Ma la RJM esclude con una certa facilità i bluff.
Posso chiederle come fa?
Un bluff è possibile come evento isolato e non come elemento di una catena di cause/effetti estesa nello spazio e nel tempo… C’è un motivo per cui “le bugie hanno le gambe corte”, per usare un vostro modo di dire.
Può farci un esempio su quello che è uscito applicando la RJM al flusso di informazioni nella settimana che va dal 27 luglio al 12 agosto 2012, quindi durante la trentesima olimpiade, svolta a Londra, Regno Unito?
Certo. Ma per prima cosa è doveroso spiegare che l’output della RJM è gestito da due moduli differenti. Il primo è stato chiamato Eraclito e, al pari dell’antico filosofo greco, fornisce delle frasi simili ad oracoli, oscure e all’apparenza bizzarre. Esse hanno un contenuto di informazione troppo elevato e questo le fa sembrare dei veri e propri non-sense. Il secondo modulo è chiamato Tiresia e interrogandolo a proposito delle frasi oracolari fornisce la spiegazione logica della catena di eventi. Così alcune notizie nascoste nel flusso manipolatorio del mainstream emergono come macchie d’olio sulla superficie dell’acqua.
In questo caso il responso del modulo Eraclito della RJM è stato: la squadra saudita di beach volley femminile vince la medaglia d’oro, ma viene squalificata a causa del nudo integrale.
La frase è davvero bizzarra. Non esiste, né può esistere, nessuna squadra saudita di beach volley femminile. Almeno che le atlete non gareggino completamente coperte dalla testa ai piedi, e forse nemmeno in quel caso. Inoltre è la prima volta che la rappresentanza olimpica dell’Arabia Saudita comprende delle donne. Così il Qatar. Sebbene queste abbiano potuto gareggiare nelle loro discipline secondo una vestizione imposta dalle rispettive federazioni e ritenuta in accordo con la tradizione.
Il braccio di ferro fra la federazione olimpica e la federazione saudita sulla possibilità o meno di gareggiare con il velo per la judoka Wojdan Shaherkani ha tenuto banco più di molti fatti sportivi. Infine è stato trovato un compromesso salutato da tutti i media occidentali come un grande passo avanti nel cammino verso l’emancipazione femminile di quei paesi… oltre che come un successo per il comitato olimpico.
Quello che emerge dallo svolgimento logico della frase è però oltremodo interessante. Prima di tutto nel nome del politically correct è stata fatta passare come una vittoria per le donne lo sdoganamento di un sistema di controllo morale che in altre condizioni potrebbe essere usato (e lo è stato) per campagne di pubblico disprezzo o pretesto per attacchi militari.
Pochi sanno in occidente che normalmente vengono gareggiate delle olimpiadi islamiche per quei paesi che ritengono indecoroso l’atteggiamento delle donne occidentali e occidentalizzate e in cui le donne gareggiano interamente coperte. In pratica con le stesse condizioni di costume imposte alle atlete portate ai giochi olimpici dalle delegazioni delle petromonarchie del golfo.
Forse è superfluo aggiungere che i giochi islamici non hanno mai interessato veramente nessuno nemmeno nei paesi islamici.
Ma questo ragionamento non va contro la libera scelta di ognuno?
Una atleta delle petromonarchie non può scegliere liberamente come gareggiare.
In realtà tutto questo nasconde una operazione di marketing che coinvolge sia oriente che occidente, ovvero quella alleanza giuridico-militar-petrolifera che ha caratteristiche di Impero.
In Arabia Saudita si stanno mettendo a punto dei ghetti femminili dove poter mettere in produzione le donne [1]. Dei bantustan di genere che anch’essi fanno parte della attuale sperimentazione globale che prevede la riduzione del pianeta in una lager-zone. Il principio è quello di un lager diffuso in cui il controllo è attuato secondo le differenze culturali degli individui che ne fanno parte. Delle modalità di controllo locali per un controllo globale. In un certo senso un controllo “glocal”.
Anche questo argomento sarebbe davvero vasto e punto l’attenzione su almeno un punto. La lager-zone prevede quindi una molteplicità di sistemi di controllo, principalmente però tende a sfruttare la competizione interna fra gli individui di un gruppo.
La leadership intellettuale dell’attuale processo imperiale è anglosassone e gli anglosassoni ben sanno che ridurre qualcuno al completo controllo significa non avere più nessuno da controllare. Questo è oltremodo pericoloso. Stanno facendo scuola fra i loro principali alleati. Le caratteristiche del controllo contemporaneo prevedono la creazione di uno stato di autocontrollo permanente tramite l’istituzione di gerarchie interne in ogni gruppo controllato. Tutti controllano tutti. In questa guerra si cade solo sotto fuoco amico.
L’espropriazione delle risorse collettive è una realtà materiale e immateriale; affinchè le lotterie continuino a guadagnare qualcuno deve vincere il primo premio.
Così la privatizzazione della libertà al posto della privazione assoluta è un comune denominatore che lega realtà all’apparenza distanti e incomparabili come la società USA e l’Arabia Saudita. Ciò che si è promesso per tutti diviene possibile solo per delle ristrette elite. Non c’è abbastanza libertà per tutti, non ci sono abbastanza risorse per tutti e non c’è abbastanza realtà per tutti. Ma tutti, in teoria, devono poter raggiungere lo stato di “privilegiato” e qualcuno lo deve raggiungere persino in pratica. E’ un controllo attuato sul ranking.
L’occidente ha ancora molta libertà da privatizzare.
Il terrore islamico serve per questo processo. Ciò che si lascia cadere sul terreno delle conquiste è oscurato dal ritratto del feroce saladino. Ciò che si considerava un diritto viene percepito come un privilegio.
Per l’islam è ancora più facile. Dall’altra parte c’è il demonio. Il temuto e desiderato demonio.
Si tratta delle due facce di uno stesso processo.
D’accordo. Mettiamo pure che la questione sia di qualche interesse, ma non crede che la RJM abbia estratto un fatto curioso, ma meno significativo di altri? Ad esempio è di questi giorni un susseguirsi di notizie che parlano di stragi nella guerra civile in Siria. Tanto per rimanere in zona. Perché una notizia “di costume”, piuttosto che una di guerra?
E’ lecito dubitare del ranking fornito dalla RJM, ma non occorre scomodare il funzionamento di nessun modulo per rispondere a questa domanda, è sufficiente accennare la logica con cui opera la macchina.
La RJM, in un certo senso, si chiede quale notizia “gira” intorno alle altre; quale ha un coefficiente maggiore come “centro” e quali un coefficiente maggiore come “satellite”. Oppure quale notizia ha più collegamenti possibili. Dalla guerra in Siria non è possibile risalire alle olimpiadi di Londra e alla sofisticata operazione di marketing sociale che c’è passata dentro. Dalla delegazione femminile delle petro-monarchie alle olimpiadi è invece possibile risalire alla guerra in Siria.
Inoltre la questione del controllo di genere in tutta l’area islamica è cruciale per incanalare i fermenti sociali in derive reazionarie.
In che modo è possibile questo collegamento?
Confrontando la notizia con le altre correlate secondo un criterio di consistenza di relazione. Ad esempio, oltre a quanto già detto, faccio menzione che in questi giorni è stata proposta la modifica della costituzione tunisina promossa dal partito Ennahda , un partito finanziato (come molti altri partiti popolar-islamisti) dalle petro-monarchie del golfo.
La nuova costituzione tunisina, se approvata introdurrà un concetto importante per il controllo nell’area islamica del pianeta (e non soltanto in quella), cioè il criterio di “complementarietà”.
La nuova proposta costituzionale afferma che la donna non è uguale all’uomo, ma è complementare ad esso…
Quindi non avrà uguali diritti e uguali doveri. Ma, per esempio seguendo un principio di “complementarietà”, all’uomo potrebbero toccare i diritti e alla donna i doveri… Oppure dei diritti “complementari”.
Intendiamoci il principio di complementarietà in natura è importante, ma è una forzatura inammissibile prendere un principio di natura e dopo averlo opportunamente semplificato e travisato in maniera funzionale, farlo passare come principio di diritto… E’ qualcosa che conosciamo già, ad esempio le pretese di porre un surrogato dell’evoluzionismo darwinista come base del diritto internazionale da parte del nazismo o del fascismo. Meccanismo, peraltro, invocato implicitamente da tutti i sistemi con ambizioni imperiali.
Inoltre è un principio “soft”… ragionato. Non prevede la negazione becera del diritto delle donne, ma la cornice di un dominio e di un controllo generale, in cui il dominio si produce di fatto. Non è in gioco un solo genere o una sola nazione, etnia o religione. Questo è un troian che viene lanciato globalmente. Con scopi globali.
E l’occidente?
Occidente e oriente sono un dualismo vuoto da tanto tempo ormai…
Comunque se la domanda voleva essere “quale sarà la reazione dell’occidente?” non so cosa rispondere. Credo che farà un po’ di confusione litigiosa e poi passerà oltre. Come sempre.
In realtà si tratta di un falso problema. Chi ha capito il responso della RJM capisce bene che si tratta di un falso problema.
Il contrasto tra islam e occidente esiste sotto un certo livello. Sopra non c’è niente del genere.
E’ da oramai un quarto di secolo che l’economia è completamente globalizzata e come non esiste un centro preciso nella produzione e accumulo del capitale non esiste un mandante unico in nessun fatto le cui ripercussioni siano globali. Piuttosto ha senso parlare di partecipazione azionaria all’evento. Per esempio la distruzione delle tre torri al WTC di New York l’11/9/2001 è apparso fin da subito un affaire coopartecipato fra potentati petroliferi, in particolare USA-Arabia Saudita; un affair della Petro-Dollar foundation per così dire. La scarsità di informazioni non manipolate disponibili e di modelli adeguati a trattarle ha permesso solo il proliferare di variopinte teorie complottiste. Molte delle quali opportunamente messe in circolazione dai servizi. Altre nate dalla buona fede e dalla fantasia di un pubblico sbalordito, ma inadatto all’utilizzo di qualsiasi logica formale, e quindi foraggiate in un secondo tempo dall’industria della manipolazione. Nella disinformazione c’è molto volontariato, purtroppo.
In ogni fatto si potrebbe trovare, a poterlo cercare, un “consiglio di amministrazione” che “amministra” il “capitale” investito da un certo numero di soggetti che hanno interessi co-direzionali affinché il fatto accada.
Quanto sta dicendo non viaggia nel solco ormai consolidato, da parte di una certa editoria USA, del complotto Saudita?
Le teorie complottiste sono tutte uguali. Basta cambiare il soggetto. Di solito sono gli ebrei, ma ci sono anche i marziani, i super massoni, i neo-templari e ultimi ma non ultimi i sauditi che starebbero conquistando gli USA. E’ possibile pure accostarli creativamente… gli ebrei con i sauditi contro i marziani ecc…
La massa degli americani e degli occidentali in genere continua a pensare a Gozzilla che attacca New York. Arriva fin lì.
In un certo senso l’attacco al WTC è stato implementato su questa traccia narrativa. Proprio per essere più digeribile al di qua e al di là del muro culturale che divide islam e occidente.
La realtà è ben altra cosa. La realtà è che dal momento che la società si rende conto di dipendere dal petrolio, il petrolio, di fatto dipende da essa.
Così chi lo vende. Così chi lo estrae.
Di conseguenza dietro a questa penetrazione delle petromonarchie in occidente ci sarebbe una joint venture britannico-saudita?
Sarebbe insolito se nel “consiglio di amministrazione” di un evento non ci fossero dei britannici. Tanto più se un evento avviene su suolo britannico. Poi fra monarchie…
Scherzi a parte, non c’entra molto la nazionalità. Oggi i mussulmani sono un miliardo e mezzo di “proletari” da gestire e il capitale li deve gestire a proprio assoluto vantaggio.
Il capitalismo globale prevede che delle elites globali parlino con delle elites locali e il sistema delle monarchie del golfo è il preferito da parte del capitalismo.
Assolutamente simbiotico. Fedele.
Un buon modello. Repressivo nella politica e che nella cultura prevede un’ampia libertà di scelta solo nei consumi (le donne Saudite sono le maggiori consumatrici di biancheria intima francese dopo le francesi). Un modello almeno in parte esportabile negli altri paesi islamici. Soprattutto nel magrebh.
Di fatto il tentativo è di far passare tutta la zona araba sotto il controllo delle petromonarchie del golfo. Un feudo.
Libertà è soltanto fare shopping. Questo è il motto occulto del neoliberismo. Chi lo adotta è un moderato, un alleato.
Un modello prodotto per la periferia dell’impero può rientrare al centro in un secondo tempo. Con le opportune modifiche.
Non è una novità nemmeno questa. C’è stato un filo rosso che ha unito l’assedio al Palacio della Moneda l’11/9/1973, in cui furono uccisi il presidente cileno Salvador Allende e i suoi collaboratori, dai militari golpisti appoggiati dalla CIA e l’attacco al WTC l’11/9/2001. Non si tratta della semplice coincidenza di una data ma della fine di un dentro e di un fuori…
In altri termini è giusto dire che il criterio del neoliberismo è piuttosto quello di mantenere valide delle variabili globali, decise sopra ogni criterio democratico, che siano gerarchicamente superiori, ma “complementari” colle variabili locali, che sono quelle che permettono il controllo sulla vita del demos. Quindi il principio assoluto di profitto è valido ovunque, ma in ogni ambito sociale esso è collegato a diversi momenti del controllo.
In ambito locale è promossa ogni forma di deriva arcaica e feudale. Dal controllo mafioso, a quello statale-religioso, fino alle burocrazie post-sovietiche, in una moltitudine di varianti.
Adesso non si corre il rischio di sopravvalutare l’operato, qualunque sia, di queste entità?
Tiresia svolge bene il compito di “riequilibrare” i livelli di valutazione. E’ come se ogni notizia fosse distribuita al pubblico dopo essere stata modulata su più canali di un mixer e la RJM riuscisse a riportare i livelli al loro equilibrio “naturale”.
Ci sono invece alcune agenzie che lavorano intorno ai livelli di soglia critica nella percezione delle masse che si occupano di sopravvalutare o sottovalutare una notizia per rendere invisibile o sfocato un evento. Sopravvalutare la notizia di un evento importante o un soggetto significativo è uno dei metodi più usati per poi cancellarlo dalla memoria a medio termine del ricevente. Tecnicamente chiamiamo questo sistema: amnesia da overflow. Si basa su un aumento di intensità in termini di esposizione, in un tempo limitato, da parte del target ad una notizia o ad un blocco di notizie correlate fra loro, seguito da una scomparsa della notizia in un tempo successivo.
Questo semplice metodo consente la cancellazione o almeno il congelamento della notizia nella memoria a medio e lungo termine.
Inoltre il susseguirsi di notizie trattate con questo metodo lo rafforza anziché indebolirlo. Non siamo abituati a portare alla coscienza il fatto che per nascondere qualcosa se ne possa parlare. Inoltre viene stimolato
l’utilizzo di una memoria a breve o brevissimo termine per ogni notizia taggata come “pubblica”.
Il sistema di dominio lavora incessantemente sulla percezione di pubblico e di privato. Si può dire che tramite la gestione di questi domini si attui la quasi totalità del controllo…
A tal proposito circolano da tempo notizie a proposito dell’esistenza di una agenzia occulta in grado di gestire il controllo su scala planetaria chiamata Network & Ranking, e secondo alcuni il vostro team sarebbe nato proprio con lo scopo di attaccare l’operato di questa agenzia. Cosa può dirci a proposito?
Niente.
… anzi una cosa sì… ecco, se il capitale tende al monopolio e si nasconde dietro una molteplicità di espressioni non è strano che anche l’industria del controllo faccia altrettanto.
Appare come una implicita ammissione?
Oppure uno spunto alla riflessione.
Bene. Torniamo al responso della RJM. Non ho ancora chiaro quale sarebbe la portata di una notizia del genere e quali siano le reali implicazioni nella politica araba da parte delle petromonarchie. Questo può illustrarcelo?
Volentieri. Prima di tutto chiariamo una cosa però. La RJM non potrebbe registrare in nessun caso il “valore assoluto” di una notizia. Questo è impossibile. Per qualcuno il valore positivo o negativo altissimo di un evento è legato a cose avvenute in una sfera strettamente privata. Anzi di solito è questo che accade. Oppure ad eventi del tutto marginali.
Il valore delle notizie viene stimato dalla RJM in relazione alla distorsione che ne viene fatta e, appunto alle correlazioni possibili. In base a ciò che nascondono in relazione a ciò che mostrano.
Se Eraclito ci ha detto che la nazionale Saudita di beach volley femminile ha vinto la medaglia d’oro alle olimpiadi, ma è stata squalificata per nudo integrale è per mostrarci ciò che non può in nessun caso avvenire. Una catena di eventi con gradi diversi di “impossibilità”.
La frase oracolare ci indica la necessità di un’ingegneria inversa su questo evento e su quelli correlati.
Siamo costretti a smontare la notizia al contrario partendo dall’impossibilità del nudo integrale (chiaramente per qualsiasi nazionale di beach volley) fino all’impossibilità della presenza di una nazionale di beach volley Saudita. Ma ecco che mentalmente dobbiamo attuare un ripescaggio. Per quanto improbabile sarebbe comunque possibile una nazionale di beach volley femminile dell’Arabia Saudita, sono state gettate delle basi di compatibilità. Ma quelle basi stanno in una “complementarietà” fra due modelli di pensiero, quello illuminista e quello religioso oscurantista che vengono così posti sullo stesso piano.
Nel nome della tolleranza, si dice, ma di fatto si tratta di un accordo fra chi mangia allo stesso tavolo.
In parole povere un modello giudicato in precedenza oppressivo è stato sdoganato come accettabile.
Ma facciamo un salto indietro.
La questione della complementarietà la si coglie ovunque.
La testa di questa complementarietà sta nei Petro-Dollari. Oppure nell’oil-dollar-pound sistem.
Il dollaro è una moneta che ha su una faccia stampata l’aquila americana e sull’altra la quotazione in frazioni del barile di greggio.
Quando si afferma che nel 1971 fu abolito il gold standard da parte del governo degli Stati Uniti si dice una mezza verità. In realtà quella che fu abolita è la correlazione monetaria diretta o indiretta con l’oro. L’oro è una merce arcaica, adatta alla rappresentazione del valore in una società statica che è riuscita ad essere anche l’unica universalmente accettata in piena società industriale.
Questo arcaismo venne adeguato al semplice quanto evidente fatto che l’unica merce davvero generale e adatta alla comparazione monetaria in una società in cui vigono le moderne condizioni di produzione e consumo è l’energia che una società brucia per andare avanti.
Quindi non più una merce fatta per durare nel tempo, ma una merce che viene consumata dalle macchine nel tempo e che consuma il tempo degli umani nelle macchine…
In pratica nel 1971 si passò dal gold-standard all’oil-standard.
Quando il presidente degli Stati Uniti, Nixon, proclamò a gran voce che il valore del dollaro non stava nell’oro, ma nell’economia e nella società americana palesò questa parziale verità. Il valore del dollaro non stava nell’oro, ma nel fatto che il petrolio si dovesse pagare in dollari.
Perché fosse solido un equilibrio del genere si rese necessario che da una parte ci fosse il deposito della merce (le falde petrolifere) e dall’altra parte la moneta e una potenza militare indiscutibile. Ciò sostanzialmente non è cambiato.
Su un piano meno materiale, ma a pari merito sta la complementarietà del sistema di sfruttamento. In un sistema in cui vige lo sfruttamento occorre che sfruttati e sfruttatori siano considerati “complementari”. Non uguali.
Altrimenti sfruttati e sfruttatori dovrebbero riequilibrare vantaggi e svantaggi di un modello. Cosa su cui gli sfruttatori esprimono sempre un acceso disaccordo.
Non si tratta soltanto della questione del velo islamico e non è una questione che riguarda solo quei paesi. In un sistema globalizzato niente è isolato dal resto e questo lo sappiamo tutti. Quello che c’è da sapere è che molte mosse vengono spese simultaneamente in due campi apparentemente contrapposti o… complementari… appunto.
Anche nei paesi occidentali viene proposto continuamente dalla propaganda lo scambio fra la condizione di uguaglianza come soggetti di diritto e le altre condizioni “complementari”.
Demolire “libertà, fratellanza, uguaglianza” e sostituirle con “lavoro, famiglia, patria, religione…”
Per quanto riguarda le implicazioni nella politica araba consideri che durante e dopo le “rivoluzioni” del maghreb spinte realmente dal popolo sono stati investiti dalle petromonarchie ingenti capitali in quelle zone. Ad esempio la Tunisia ha ricevuto un prestito dal Qatar tale da poter affermare che la Tunisia è di fatto proprietà del Qatar; uno dei paesi più piccoli, più ricchi e inquinati del mondo. Una monarchia assoluta priva di ogni forma di democrazia, ma in grado di influenzare l’opinione pubblica mondiale grazie alla modernissima TV satellitare Al-Jazira e capace di investire massicciamente nelle rivoluzioni “democratiche” degli stati del nord africa. Per dare potere al popolo?
Quelle aree erano destinate ad esplodere e tanto valeva preparare per loro una qualche pseudo democrazia made in U-SAudi e farli gentilmente scivolare dalla padella nella brace.
Piatto troppo ricco per lasciarlo a burocrazie locali e elites tribali, peraltro del tutto odiate dalla gente.
Gas dotti, pipeline petrolifere, pozzi. Questo passa sotto amministrazioni direttamente controllate dalla faccia petrolifera del capitale. Sotto diretta supervisione di quella militare.
Inoltre queste monarchie hanno cifre enormi da reinvestire in commissioni e lo fanno realizzando moderne moschee in buona parte del mondo e soprattutto nei paesi “post rivoluzionari”. E con la stessa facilità foraggiano i partiti islamisti che si trovano a disposizione cifre enormi da reinvestire in strutture di base, ospedali, centri di assistenza e quant’altro. Pezzi di una futura società islamica per la gente povera, arretrata e non di rado disgustata dalla corruzione dei leader così detti “laici”. Una invincibile arma di propaganda.
Questo momento è stato preparato con decenni di propaganda politico-religiosa per via satellitare da parte di telepredicatori islamici in tutto e per tutto simili ai telepredicatori che infestano le TV USA. A parte l’evidente similitudine nello stile, chi è che possiede canali satellitari? O meglio chi possiede satelliti?
In gran parte dei paesi arabi il velo è stato reintrodotto dalla TV con il consenso partecipato delle donne. E’ stato un gesto volontario. Anche in questo non possiamo negare che tutto il mondo sia paese…
Ma questo è stato un terreno di scontro simbolico importante. Di fatto si è preparato il passaggio verso la ridistribuzione dei feudi nell’impero.
Ma ci fu una crisi petrolifera dal 1971 al 1973 dovuta proprio al potere che avevano acquisito i paesi produttori di petrolio.
In realtà è stata una crisi virtuale. La quantità di petrolio estratta in piena crisi è rimasta immutata e la sola notizia è servita ad aumentare il prezzo del greggio e la domanda.
E in Siria?
Ci sono interessi contrastanti. Ma il finale non sarà diverso dagli altri.
In sintesi la RJM avrebbe esposto che la questione del velo non è una questione di costume, ma racchiude elementi di ben altra portata.
La questione del velo è in certe società l’indicatore di un controllo sociale e della diffusione capillare del modello conflittuale islam-occidente, un modello diffuso appoggiato, equipaggiato, armato, urlato e anche negato da tutti gli apparati che gestiscono l’immagine e la propaganda per l’impero. Ma in questo caso ciò che nasconde è soprattutto uno sconfinamento da parte di elementi arcaici al fine di indebolire dei principi illuministi concordato fra le componenti arabo-petrolifere e quelle produttive occidentali del sistema di dominio imperiale. Anch’esso è strutturato in modo ambivalente.
Ad occidente la propaganda può parlare di “vittoria”, ma altrettanto può fare la propaganda di un paese dove una donna non può prendere la patente e nemmeno uscire di casa se non accompagnata da un familiare uomo, pena le bastonate. Adesso la sharia non è più emarginata dallo spettacolo.
Quindi ci sarebbe uno scontro tra occidente e islam per quanto riguarda la visione del mondo….
C’è il bisogno, da parte del potere di smantellare l’illuminismo in qualsiasi forma si possa manifestare e sostituirlo con dei simulacri innocui. Questo ovunque.
Il capitale non ha più bisogno di mostrare un volto illuminista. E’ la fine di un’illusione.
Questa volta devo fare una domanda diretta a lei prof. Moore. Lei si auspica l’esclusione dei paesi che non hanno identiche regole fra atleti e atlete dall’olimpiade?
E’ per scongiurare questa ipotesi che è stata messa su la farsa di cui abbiamo parlato finora. Comunque io mi auguro soprattutto che la società si svincoli del tutto dalla dipendenza energetica da combustibili fossili e che le persone riprendano il controllo reale della propria vita. In breve io auspico la completa e totale distruzione dell’impero e delle sue funzioni operative in qualsiasi forma si manifestino. Tradizionali o tecnomoderniste che siano.
Perché le femministe non hanno sollevato un caso che dall’output della RJM sembra tanto chiaro?
Forse è successo ma, dati gli interessi in gioco hanno oscurato le voci del dissenso e promosso le altre… Forse è chiaro solo per la RJM.
Non so, dovrebbe chiederlo a loro.
Un racconto di ::: Gianni Casalini ::: Agosto 2012
[1] Si confronti il tono dell’articolo di Repubblica: Arabia, sì alle carriere femminili. Ma in una città per sole donne e quello del fatto quotidiano: Un ghetto al quadrato per le donne saudite. Di Roberta Zunini.