Chi ha perso la tenerezza non vale niente

Ponte a Elsa

Slogan, frasi fatte e rifatte. Luoghi comuni. Contro. -Contro?- Con una punta di cattiveria così da sembrar originali. Nascondere l’assenza di intelligenza nell’aggressività. -Tanto nessuno se ne accorge. E’ come in televisione- nessuno se ne accorge. O tutti se ne accorgono perfettamente, ma non possono smettere di mentire. -Oh, se si espongono mi fanno un piacere-. Abbasso! Contro -almeno essere qualcosa-. E sempre la stessa traccia dietro le parole che non possono esser libere per quanto alla libertà facciano il verso. Con tutta la rabbia, il livore, il rancore… niente, solo slogan, frasi fatte, luoghi comuni, una punta di vittimismo, un riflusso gastrico di spacconeria. Pezzi di un mondo solo rovesciato, ma identico a quello di mamma e papà. L’intelligenza al confino, la riflessione pure. La tenerezza. La sensualità. Al confino. Come i tanto odiati fascisti mandavano le persone. Al confino. Così da poter restar soli con la solita litania in testa di un -io, io, io, …- che non diventa mai maiuscolo.

[GC :::2013:::]

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