Apollo

Sammy Slabbinck, Bathtime

Sammy Slabbinck, Bathtime


Sputnik & Apollo
di: Gianni Casalini

La prima immagine è quella del serbatoio del razzo Apollo che si sgancia nell’atmosfera. Questa immagine è nella memoria di chiunque. Ed è già a colori.

Questa immagine è del tutto secondaria nella classifica delle immagini considerate importanti nella modernità. Un particolare tecnico. Non è niente se paragonato all’immagine di Amstrong che zompetta sul suolo Lunare.

Eppure questa immagine dei propulsori che spingono in alto è quella che interessa a me.
Sul fatto che l’uomo sia stato veramente sulla Luna ci sono dei dubbi. Personalmente propendo per la versione secondo cui sulla luna non c’è mai stato nessuno.

Credo sia l’unico evento su cui concordo in pieno con teorie complottiste o cospirazioniste. Credo per motivi diversi dai complottisti, ma non sono sicuro.
Il motivo per cui non credo che gli americani abbiano mai messo piede sulla luna non riguarda ombre sulle fotografie o cose del genere è piuttosto legata al -buonsenso-: tentare di allunare era stupido e controproducente. Gli americani a volte fanno cose stupide, ma mai controproducenti, soprattutto quando c’è una competizione di mezzo e in quegli anni la conquista dello spazio era l’alter immaginario della corsa agli armamenti.
Considerando che una volta compreso che i nuovi armamenti difficilmente si sarebbero potuti usare in qualche tipo di scontro frontale costruire l’immagine di supremazia nella tecnologia spaziale aveva un valore immenso.

Sì. In linea di massima credo che tutta la storia dell’allunaggio sia stata girata con maestria da Kubrick e collaboratori. Credo anche che in 2001 Odissea nello Spazio lo stesso Kubrick ce lo dica in maniera criptica, ma precisa.

Ma questo è del tutto secondario. Potrei sbagliarmi. Come del tutto secondario era la “conquista della Luna” (su cui gli USA non hanno mai rivendicato nessun diritto di sfruttamento, come in una bella favola spaziale). Il problema grosso per gli USA in quegli anni era un altro: propulsori.

L’URSS aveva propulsori migliori. L’URSS mandò per prima un satellite in orbita, l’arcinoto Sputnik 1, per prima una sonda sulla Luna, per prima animali nello spazio, per prima un uomo in orbita…

Ho fatto il passo un po’ lungo prima dicendo che si sapeva che uno scontro diretto tra superpotenze atomiche era impensabile (ve ne siete accorti?). Non era ancora vero. Ancora si pensava che esistessero dei margini per un’azione militare. I margini di questa azione militare dipendevano dai propulsori. Quanto si riusciva a spingere in alto (e in lungo) stabiliva un effettivo vantaggio bellico (o presunto tale). Era del tutto inutile che l’esercito USA mostrasse muscoli atomici se i propulsori non tenevano il passo alla tecnologia sovietica.

Fino al programma Apollo (fino ad Apollo 8!) i propulsori americani erano delle autentiche ciufeche.
Il dato epocale annunciato dal lancio dell’Apollo 11 era che gli USA, dopo investimenti impressionanti, disponevano una tecnologia di propulsione superiore a quella sovietica.

Il resto era spettacolo. E c’erano già allora tecnologie per la realizzazione di audiovisivi molto più evolute di quelle occorrenti per mandare degli esseri umani sulla Luna. Molte di queste tecnologie cinematografiche furono probabilmente sviluppate per quella operazione e utilizzate poi in 2001 Odissea nello Spazio, che rimane un film impressionante a tutt’oggi. Forse ineguagliabile.
Il rischio per un fallimento sarebbe stato eccessivo e avrebbe messo in ridicolo gli USA di fronte al mondo.
Ma ve l’immaginate: sono arrivati secondi su tutto, hanno visto più razzi cadere in terra che andare in orbita e ora mandano un manipolo di disgraziati a crepare nello spazio. Figura di merda stellare.

Quello che i militari -di entrambe le parti- guardavano mentre il mondo osservava lo spettacolo dell’allunaggio erano i propulsori. Gli USA erano di nuovo in testa. Ma senza la parte immaginaria non si sarebbe portato nessun vantaggio in termini di propaganda. Nessuno si sarebbe accorto che erano in testa. Non è solo lo scarto della tecnica è l’altra faccia della medaglia del conflitto. Due tecnologie in competizione e due tipi di spettacolo. Sulla tecnologia aerospaziale gli americani avevano colmato un divario e passati, forse non di molto, in vantaggio. Nello spettacolo avevano stravinto.

La prima immagine è quella del serbatoio del razzo Apollo che si sgancia nell’atmosfera. Questa immagine è nella memoria di chiunque. Ed è già a colori. Ma è un’immagine che sta lì, marginale, secondaria, quasi trascurabile per la nostra coscienza.

Seguiranno altre immagini. Perché le immagini sono i propulsori di cose o concetti che possono andar lontano o anche far solo finta di andarci. Non è importante. E’ importante che riescano a vincere la gravità.

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