Al cuore Ramon!
-Per un pugno di dollari-
Prima di tutto: far saltare le parole d’ordine.
E’ crisi per tutti. Della serie -leggende metropolitane-. No. Non è crisi per tutti. Il dieci per cento della popolazione detiene la ricchezza del 90% del PIL e il 90% il 10% e la forbice aumenta ogni anno in Italia. E’ crisi per molti, ma non per tutti. Questo è il problema.Era su repubblica qualche tempo fa non me l’hanno detto i servizi segreti.
Ma la parola d’ordine invece è: crisi per tutti.
Crisi anche per i VIP della TV. Per i calciatori è crisi. Eh sì ragazzi: tutti uniti! Tutti compatti sotto il tricolore. Stringere i denti è crisi. Tutti commossi. Tutti a cantare l’inno di Mameli aspettando che passi la crisi. Abbasso i poveri che portano merda. Viva i ricchi che sono un esempio di efficienza. Abbasso la crisi.
Per coloro che consumano il lusso, il cui trand è in crescita, non è crisi. Per il proprietario dell’auto da 70 mila euro che mi è passato davanti pochi minuti fa non è crisi. No. Non è crisi per tutti.
Per l’enorme pachiderma di impiegati della burocrazia ministeriale, statale e parastatale che garantiscono la stabilità sociale e la tranquillità delle classi agiate in questo paese e servono per impedire, di fatto, l’istituzione di un vero STATO SOCIALE (a che serve lo Stato Sociale se ci sono le clientele? A che servono i diritti se ci sono i privilegi cosi facilmente accessibili?) non è crisi.
[Capisco che per dei sindacalizzati di sinistra questo discorso è sgradevole, visto che l’ultimo baluardo del sindacato è rimasto il pubblico impiego, ma io non devo staccare tessere a nessuno e lo Stato non mi paga.]
Ricchi e sistemati costituiscono lo zoccolo duro dell’equilibrio del paese. Raddoppiano o triplicano con gli aspiranti ricchi e aspiranti sistemati, ma, mentre i primi sono in calo i secondi in aumento vertiginoso e ingoiano rospi su rospi e stringono denti e sono foglie nei venti del ricatto. Ma se ne stanno calmi. Aspettando il momento buono oppure sbroccano.
Il resto mangia polvere a vario titolo. Sfigati, looser. Gente che non investe nella formazione. Che non ha pensieri sufficientemente positivi. Che non crede nell’innovazione. L’innovazione: il mito dei giornalisti radical liberal chic o aspiranti tali.
Comincia a fare il verso a qualcuno. Ad un ricco, ad uno famoso. Ad un vincente, ad un impiegato (sì, è la rivincita di Clark Kent su Superman), ad un sistemato, ad uno svoltato. Insisti. Un giorno ti sveglierai e sarai come lui. Sennò ti sveglierai tutto sudato, sfigato, esodato, disoccupato, precarizzato. Impegnati.
Ecco l’ordine: fagli il verso e un giorno ti sveglierai come lui!
Allora servono pure i campioni dell’antisistema. Per offrire una gamma maggiore di modelli per l’immdesimazione. Ce n’è per tutti. Un meccanismo perfetto perché se diventi bravo a rompere i coglioni non ti mettono in galera, ti promuovono a campione del rompimento di coglioni. Poi i campioni del rompimento di coglioni trovano i loro emuli su scala locale e il gioco è fatto. Per il nemico, chiaramente.
Quello che per la massa è un sogno per me è un incubo e viceversa. Io non mi voglio svegliare come loro.
Perché la maggioranza non si incazza? Ecco la domanda che i progressisti inviano dal loro PC al marasma d’informazione della rete.
Perché la massa è con loro! Perché la massa è come loro. Perché la massa vuole credere di essere loro. Facile. Adesso lo sapete. Smettete di cadere dalla luna. E più la massa si precarizza più compete per compiacere il proprio aguzzino. Poi nello sgabuzzino si sfoga. Sempre facendo attenzione a non pestare i piedi ai suoi eroi vincenti, si sfoga.
Sii propositivo Gianni. Dicci qualcosa per cui lottare.
Sì. Dovete pagarci! Prima di tutto: il reddito! Non il lavoro prima di tutto, come ho visto scritto su un manifesto di un partitino comunista. Sul lavoro possiamo anche passarci sopra. Dovete pagarci anche per non fare un cazzo, perché siamo qui a vostra disposizione e la reperibilità si paga. Poi abbiamo delle spese! Dove prendiamo le risorse? Da quello che tocca a voi. Ecco da dove, dai vostri soldi. Dai vostri profitti. Prima di tutto. Poi non è finita lì. Legalizzando le droghe e togliendoli alla mafia per esempio. Così per essere propositivi.
Adesso lo sapete. Iniziate a fare a pezzi e sabotare le parole d’ordine e gli ordini impartiti. I mezzi sono fra noi. Aguzzate l’ingegno. Smettete di pensare che si tratta di fare più rumore della mucca curreggiona o più contatti della casalinga ignuda. Che non serve a niente. Un buon generale non affronta lo scontro frontalmente quando si trova in condizioni di inferiorità sul campo. Si può anche compiere degli errori, sì, purché servano a migliorare la strategia e la tattica. La tastiera non è un fucile, ma se è collegata bene ad un cervello dove risiede una chiara volontà di mirare al cuore può piantare proiettili d’argento. Si tratta anche di muovere il culo talvolta, gente. Ma non a caso, altrimenti meglio un buon libro. Occhio, il nemico ha pianificato il vostro dissenso per i prossimi dieci anni. O si riesce a prendere in contropiede o sennò meglio un buon libro.
Letteralmente crisi significa cambiamento. Allora: Crisi per tutti!
La posta in gioco non è uno scherzo.
[GC :::2012:::]