Baise moi

Karen Lancaume

Scopami.
Si tratta di una breve recensione che avevo scritto tempo fa e che ho deciso di mettere sul blog.

Dalla pagina wikipedia del film: Baise moi – Scopami è un film francese del 2000 diretto da Coralie Trinh Thi e Virginie Despentes, la quale è anche l’autrice del romanzo da cui il film è tratto.
Il film ha avuto una grande attenzione mediatica per via dell’interpretazione di attori porno, delle scene di sesso esplicito e l’intensa violenza, oltre i limiti imposti dalla censura[senza fonte]. In Francia, dopo soli tre giorni di programmazione, il film è stato tolto dai circuiti cinematografici, per via di una serie di proteste, per essere proiettato nelle sale a luci rosse.
La star internazionale Lancaume, qui accreditata come Karen Bach, nonostante la discreta interpretazione, si illuse invano di un salto qualitativo nel mondo dello spettacolo, per poi morire suicida alcuni anni dopo.

Questa sopra è una delle più edificanti fra le recensioni che si trovano in giro. Invece scrive il Morandini: Ciascuna con un omicidio alle spalle (un fratello l’una, una convivente l’altra) la pornoattrice Nadine (K. Bach) e la prostituta Manu (R. Anderson) fuggono insieme, lasciandosi dietro una sanguinosa scia di altri delitti. Da un romanzo della stessa V. Despentes. Un’operazione più che un film. Pornografia a tutti i livelli: sesso (hard), violenza (splatter), imbecillità, il tutto condito con commerciale furbizia, travestita da spregiudicatezza trasgressiva con intenzioni parodistiche. Nichilismo da supermarket. In Francia hanno abboccato, trasformandolo in bandiera della libertà di espressione quando il Consiglio di Stato lo confinò nel circuito a luci rosse.AUTORE LETTERARIO: Virginie Despentes

Sulla stessa onda breve recensione del Corriere della Sera intitolata: Due povere divette porno in giro ad ammazzare. Triste e orrendo.

In effetti la storia è semplice. In pratica si riprende il tema principale di Thelma & Louise, ma da tutta un’altra angolatura.
Quando si parla di Thelma & Louise mi viene in mente quello che diceva una ragazza con cui stavo insieme parecchi anni fa: Thelma & Louise un film da casalinghe represse.
Boh. Non so se avesse ragione o meno. Di sicuro è uno dei film più noiosi che abbia mai visto. Anzi per intero credo di non avercela mai fatta a vederlo tutto in una volta. Invece questa tanto disprezzata versione punk anarco femminista me la sono vista diverse volte e con attenzione.

La prima cosa che salta agli occhi è che nella trama di Thelma & Louise ci sono due protagoniste che rappresentano l’ideale di a) ottima moglie americana con certificato di ottima moglie americana ma con marito stronzo b) moglie con certificato ecc ma annoiata da una relazione con un uomo che non l’appaga.
Per evadere dalla routine le due amiche decidono di trascorrere insieme un week-end in una casa di montagna… (da Wiki)
Non hanno ancora ammazzato nessuno che hai già detto -poverina- dieci volte. Questo in perfetto stile gestione narrativa holliwoodiana delle ingiustizie & affini. Quando commettono il primo omicidio dici: finalmente!
Ok, il finale è tragico e discutibile pure quello…

Ora, qualcuno meno evoluto di te che stai leggendo dirà: cosa c’è di male nel dire -poverina- dieci volte per un personaggio femminile che subisce.
C’è di male che queste sono forme di assuefazione all’ingiustizia e non di denuncia come vorrebbero far credere. E’ trasferimento di schemi adattativi camuffati da altro. Se nella vita trovi una situazione che non ti fa dire undici volte -poverina- non raggiungi nemmeno la soglia di percezione dell’ingiustizia. Poi ognuno/a libero/a di pensarla come vuole.

Le protagoniste di Baise moi non te lo fanno dire -poverina-, nemmeno una volta. Proprio no.
E’ vero si tratta di un film pulp e girato a basso budget (e si vede). Violenza e anima nera da Francia di periferia senza risparmio. Citazioni e trovate naif da b-movie non mancano… Però ogni scena di violenza apparentemente gratuita ha un significato che sei tenuto a ricercare. E’ un rebus. E’ la riparazione simbolica di un torto. In un certo senso si tratta di un film cerebrale. Le scene di sesso esplicito sono ben girate e piuttosto brevi (e hanno ragion d’essere nella trama del film).

Sia una delle attrici protagoniste (Karen Lancaume) che la regista Virginie Despentes hanno subito realmente uno stupro. Nel caso di Karen si trattò di uno stupro di gruppo quando lavorava già come attrice porno ed avvenne per strada mentre andava a comprare le sigarette.

Nel film c’è una scena di uno stupro -in cui però non è coinvolta Karen Lancaume- ed è l’unica nella storia del cinema (che io sappia) in cui viene mostrata la penetrazione. Le due vittime della violenza si comportano in maniera opposta. Una piange e si dispera. L’altra (la coprotagonista) rimane addirittura indifferente e ad un certo punto ti sorprende con una frase rivolta al violentatore che la sta prendendo da dietro: ma cosa credi di avere tra le gambe?
Riesce a mettere un colpo di scena in questa scena. Ecco cosa riesce ad esprimere la vittima all’aggressore: la mia richiesta è indifferente alla tua offerta. La supera, la trascende. Ma cosa credi… un cazzo è sempre un cazzo. Ti eccedo.
Nella finzione questa cosa finisce “bene”. Non credo proprio che sia un buono spunto di eventuale autodifesa femminile. E’ un film non la realtà.

Baise moi, fu fischiato al festival di Locarno e stroncato dalla critica.
Ora un film come ogni altra opera può essere bello o meno. Ci sono però opere che non sono “belle”, ma significative perché fanno emergere qualcosa di nuovo; un’istanza sociale o un’urgenza espressiva o un mutato atteggiamento di costume (alcune addirittura lo producono o lo catalizzano). Aggiungono qualcosa che esisteva, ma doveva ancora divenire narrazione.
Questa è una di quelle opere. Non è un film bello, ma è dirompente.

Come Anarchy in the U.K. ha un posto nella storia della musica e non ce l’ha per la qualità tecnica nella composizione, ma per la sua urgenza espressiva così anche Baise moi, nonostante tutte le smorfie dei critici, è un’opera che ha un posto nella storia del cinema. Fa riflettere partendo dal lato oscuro della mente. Mentre non mancano film che oscurano la riflessione partendo da luminose premesse.

Questo volevo dire.

[GC]

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