Caos TV

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Intorno al fiume

“La saggezza non arriverà mai.”
G. Debord

Non sarò certo il primo a dire queste cose….

Così l’immagine nell’epoca della terza dimensione dell’immagine (che poi è la quarta) esprime di nuovo il bisogno di essere incompleta, inesatta, frantumata. In definitiva –giovane-.
Così tutto ciò che raggiunge la maturità viene di nuovo attratto dal desiderio di Giovinezza.
Così la televisione stessa mentre estende l’HD a tutte le rappresentazioni del mondo trasuda il bisogno di incepparsi, di fermare la propria immagine, di sfocarsi, di saltare oltre, di spostarsi fuori sintonia, di mostrare righe verticali al pari di mutandine maliziose non più relegabili al ruolo di tessuto nascosto alla vista.
Così la rappresentazione perfetta ha bisogno di sgranarsi per divenire arte.
L’immagine man mano che si perfeziona sente il bisogno di degenerare per sfuggire alla perfezione assoluta della morte.
L’immagine vuole tornare a giocare con la propria merda.

Così accanto alla TV ritornano le lanterne magiche, gli spettacoli di burattini, le fontane luminose, i caleidoscopi e l’immagine si sporca, si scompone e dopo aver raddoppiato tutto senza decenza al servizio del padrone, si affretta nella propria decadenza… fugge in una corsa folle verso la purezza delle pitture rupestri, il sogno, il delirio astratto, il tratto sporco, opaco e vibrante dell’infanzia. Ritorna elemento di una serie infinita.
Allo stesso tempo è tutto falso, è tutto già contenuto nell’alta definizione di un videogioco. Così l’immagine che ha raddoppiato il mondo tenta di raddoppiare se stessa. Solo così potrebbe raggiungere la perfezione, ma come Icaro si ritrova senza ali a causa della vicinanza col sole e precipita.
E’ così, ogni impero desidera la propria distruzione e danza con essa fin dal principio.

Dentro un’altra serie, la TV può essere invece accostata per analogia alla coscienza che, anch’essa, mantiene una qualche centralità, pur essendo superata da ogni parte da ciò che cosciente non lo è affatto o lo è appena. E ci si può immaginare, senza troppo sforzo che il potere stesso spinga verso il limite della rappresentazione nel tentativo di produrre uno pseudo inconscio collettivo completamente artificiale.

Lo schermo è pieno.
Il consumo accelerato di suggestioni serve a rimandare la realizzazione dell’inconscio.
Un ruolo simile nei tempi antichi era svolto dalla parte più degenerata e vincolata al potere della religione. (Fra i vari motivi per cui sono nate le religioni c’è sicuramente anche quello di funzionare come oppiacei.)
Da questo punto di vista i media sono una religione semplificata. Un totemismo tecnologico applicato alla produzione di cattiva coscienza.

Attraverso il consumo di sequenze di immagini, di schemi e di ruoli lo spettatore prende coscienza di quali parti dell’inconscio è lecito far emergere e in che forma possono farlo.
La televisione da ordini in quanto fornisce la luce verde o rossa con cui blocchi interi del Sé iniziano a strutturarsi oppure rifiutano la strutturazione.
Lo spettatore ha l’inconscio costipato e, che si parli di violenza di gruppo o di fanatismo religioso, lo scopo di questo susseguirsi di notizie svuotate di informazione serve solo a produrre coliche.
A loro volta le più atroci fra questi coliche vengono premiate e riportate sullo schermo da un meccanismo retroattivo.

L’esito della lotta è incerto.
Così il labor escluso dall’opera per la cattiva coscienza degli antichi irrompe nella forma di ossessionata riproducibilità quantitativa attraverso la cattiva coscienza dei moderni. E in questo movimento si intuisce di nuovo il bisogno di unità.

Sarebbe avventato, oltre che inopportuno, lanciare previsioni su quando si renderà possibile la congiunzione salvifica tra il lato erotico e quello cosiddetto spirituale dell’umana percezione della realtà, nel grogiuolo della creatività e dell’intelligenza.
Pure se da questo emergerà, infine, una visione completa, Anima Mundi, allo stato attuale, l’unica talmente efficace da essere in grado di anticipare e quindi scongiurare la distruzione totale del pianeta terra, non ci è dato con certezza sapere.

Un dato però è certo, sono già suonate trombe e campane ad un volume talmente alto da svegliare un esercito di morti. (Non per questo c’è da farsi illusioni: l’industria della divisione lavora giorno e notte sotto un gran numero di nomi fantasiosi.)

Sì, in una lotta fra il nostro lato malvagio e il nostro lato buono il primo è sempre destinato a prevalere, perché (come suggerisce Baudrillard) non ha mai bisogno di escludere il secondo. Il male non si contrappone a niente.
No, questa dualità non può essere l’essenza del conflitto a cui, sia chiaro, non ci potremo in alcun modo sottrarre. Assomiglia piuttosto ad una domanda a cui non si deve rispondere in alcun modo.

Tantomeno questo è il senso dei molteplici colori cangianti impressi sullo stendardo della buona vecchia causa che ancora una volta alzeremo e dietro cui saremo di nuovo chiamati ad avanzare sotto il cannone del tempo.
Siamo coscienti che, nell’eventualità di uno scontro campale, saremmo destinati a cadere come soldatini veri in una battaglia simulata, ma, ora come allora, non si tratta di attendere. Si tratta di agire al di fuori della mente del nemico.

Così raccogliamo indizi come conchiglie sulla sabbia, perché è già trascorso il momento in cui si può essere appagati dalla propria sconfitta, né quel momento tornerà mai.
Così, con meticolosa precisione, estraiamo gocce di strategia da ogni battaglia in cui abbiamo lasciato ossa e divise strappate, in cui fatichiamo a riconoscerci.

Questo è il paradosso apparente di uno scontro che esclude i termini dello scontro.
Ciò che siamo è il tempo che divoriamo e da cui siamo divorati; perciò come combattenti liberi, attraversiamo la storia, e ciò che la contiene, per giungere infine alla conclusione vittoriosa che estingue il conflitto. Ci sarà la vittoria e non assomiglierà per niente ad un intrattenimento, ma non può esserci chi vince.

Gianni Casalini

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Short 2

Luoghi comuni.
Un luogo comune è quella cosa che se la ritieni certamente vera sei un imbecille e se la ritieni assolutamente falsa un coglione.

Storie vere.
L’attuale realtà umana è un susseguirsi di film basati su “storie vere” e di storie vere basate su “film”. Sarebbe un errore vedere le due cose come separate.

 

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Riassunto delle precedenti puntate

Performance radiofonica in cinque atti per insonnie collettive.

I.

Ester conduce una vita monotona in una tranquilla cittadina di provincia dove lavora come cioccolataia nella pasticceria di sua proprietà.
La specialità di Ester sono i prestigiosi cioccolatini “Ester” considerati una vera delizia dagli appassionati e dai golosi in genere.
Oltre alla ricetta segreta che li rende unici la giovane cioccolataia pensa bene di aggiungere un tocco di creatività scrivendo di suo pugno sulla carta dell’involucro offese e frasi sgrammaticate. Il successo è immediato, ma nonostante ciò Ester si sente sempre più triste, sola e delusa dalla vita.

Finché un giorno di Novembre entra nel suo negozio Fiona una buongustaia transessuale che sedurrà Ester e riuscirà a farsi rivelare nell’intimità l’ingrediente segreto dei cioccolatini: la merda.
Ester caga quotidianamente nell’impasto del suo cioccolato, questo è ciò che lo rende così unico.
Fiona si rivela presto non proprio disinteressata ed essendo in ottimi rapporti con il generale Garrett, un ispettore della locale azienda sanitaria, il quale, sia detto per inciso, le deve dei soldi presi in prestito a tasso di usura, non ci metterà molto a ricattare Ester. La quale si scoprirà sorprendentemente felice di diventare la schiava sessuale di Fiona.
Riuscirà Fiona, coi suoi strumenti di doloroso piacere ad allontanare per sempre le nubi grigie che hanno oscurato il sole nel cielo della vita di Ester?

II.

Gerard conosce Fiona durante il concerto de“Gli Ultracloni”, un gruppo pop shock rock experimental in gran voga al momento dei fatti. Gli Ultracloni sono divenuti famosi sia per aver prodotto 270 album con soli due accordi sia perché il cantante compie un suicidio rituale appiccandosi il fuoco, dopo essersi cosparso di benzina, nel finale di ogni concerto. Tutto ciò avviene nella cornice di un attento pubblico in delirio e fra schiamazzi isterici di ogni genere dei fans ovviamente impazziti. Questa performance è resa possibile dal fatto che  il cantante de “Gli Ultracloni” appartiene ad una serie di cloni mutanti e veniva sostituito dopo ogni concerto.

Fiona è una vera appassionata del genere e colleziona tutti gli album originali del gruppo. Mentre Gerard si trova lì soltanto perché ha vinto il biglietto partecipando al prestigioso concorso –spalma e vinci Gli Ultracloni-, che consisteva nel grattare il tappo della marca di maionese preferita da Gerard, la STRUX ®. Maionese che Gerard consuma compulsivamente e in quantità industriali sia di giorno che di notte.
Fra Gerard e Fiona nasce qualcosa di tenero e indefinibile, così i due trascorreranno il resto della notte a marchiarsi a fuoco legati ai termosifoni del “Bwxischki Hotel”; uno squallido albergo di periferia gestito da un camionista bulgaro molto molto malinconico.

Il mattino seguente Gerard si sveglierà al tepore del termosifone a cui si trovava legato, con una dozzina di marchi a fuoco su tutto il corpo e due costole rotte e si metterà ad urlare.
Sarà Anna, la cugina di primo grado di Fiona, che passando di lì per caso libererà Gerard.
Sarà sempre Anna a mettere al corrente Gerard sia della fuga di Fiona insieme al camionista bulgaro malinconico, che della relazione con la cugina con Ester.
A sua volta Ester, venuta a conoscenza della fuga di Fiona con il bulgaro malinconico tenterà di suicidarsi gettandosi sotto un motorino guidato da un cyborg ubriaco in contromano. Non riuscirà nel suo intento procurandosi solo una frattura al metacarpo.
Gerard ed Ester si incontreranno nel reparto ortopedia dell’ospedale -Fate Presto Fratelli-. Qui, venuta a sapere anche del tradimento di Fiona con Gerard, tenterà di nuovo il suicidio ruzzolando dal letto durante il sonno.
Il caso vuole che il primario del reparto ortopedia, tale dottor Walter Lenzetti, detto il Brucola, sia un vecchio compagno di liceo di Ester. All’inizio il Lenzetti si mostrerà oltremodo entusiasta di aver ritrovato la sua compagna di liceo, di cui aveva perduto le tracce e ogni speranza di rivederla anche dopo averla cercata senza il benché minimo successo su facebook per giorni e giorni durante l’orario di lavoro.
Ben presto l’atteggiamento del Lenzetti, detto il Brucola, si rivelerà una farsa pazzesca essendo il Lenzetti stesso animato piuttosto da un antico risentimento per una storia di merendine e lapis rubati, di molti anni addietro.
Così il Brucola-Lenzetti tenterà di sottoporre Ester ad un espianto multiplo di organi all’insaputa della paziente stessa.
Il suo piano verrà sventato appena in tempo da Francesca Yukimura un’ispettrice di Polizia travestita da infermiera per cogliere in fragrante il Lenzetti già noto alle cronache giudiziarie per storie di usura, gioco di azzardo, induzione alla prostituzione e scommesse truccate ai cavalli, oltre che sospettato, ma senza prove, di aver usato alcune parti dei suoi pazienti per nutrire la propria collezione di esigenti piante carnivore.
Ai polsi del prof. Walter Lenzetti, colto in fragrante, col bisturi in mano, mentre si accinge a smembrare la povera Ester, Francesca farà scattare le manette, facendo trionfare così la giustizia.

Ester dopo una molto lunga degenza tornerà alla sua produzione di cioccolatini e vincerà pure il premio -cioccolatino dell’anno- con “Tino” il cioccolatino composto da una morbida colata di mou sopra una croccante barretta di uranio impoverito, il tutto ricoperto da una colata dell’inconfondibile fondente “Ester”.

III.

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Risulta che Anna non fosse realmente la cugina di Fiona, ma la figlia illegittima del camionista bulgaro e di Brenda: la sorella maggiore di William, il proprietario della scuderia dove correva il cavallo Alvaro; entrambi ricercati dalla Polizia. Il cavallo Alvaro però si era dato alla fuga con un galoppo da record appena fiutata la storia del mandato di cattura internazionale. Lo stesso ordine di cattura che aveva portato dentro, fra l’altro, l’esimio prof. Lenzetti per la storia delle scommesse truccate di cui prima.

Anna aveva lavorato anni addietro come spogliarellista in un locale notturno prima di prendere tre lauree, due delle quali vere, e successivamente entrare in Polizia. Lì aveva conosciuto Francesca con cui aveva stretto un rapporto di amicizia molto forte. Poi si erano perse di vista anche a causa di una storia che aveva legato sentimentalmente Anna con il cavallo Alvaro. Anna arriverà a lasciare la divisa e si trasferirà con lui in Toscana dove apriranno un agriturismo specializzato in ippoterapia e piante aromatiche.
Col passare del tempo la loro impresa non si rivelerà molto fortunata, tant’è che il cavallo Alvaro prenderà a bere pesantemente ed a fare uso di sostanze sempre più dopanti, e infine lascerà Anna sola e si imbarcherà per il sud america con una combriccola di amici poco di buono: Gorgo il topo e Fratel Coniglietto; due loschi spacciatori di Livorno.
Fu allora che Anna decise di indossare di nuovo la divisa senza sapere di preciso quale (anche perché nel frattempo, sfogando la sua delusione con l’ingestione di enormi quantità di meringhe, era visibilmente ingrassata). Dopo qualche tempo grazie ad un lavoro come guardia giurata era riuscita a ritrovare una qualche stabilità ed era quasi tornata in peso forma, quando, venuta a conoscenza dell’identità del padre sconosciuto, che aveva sempre ardentemente cercato per tutta la vita, iniziò una indagine per proprio conto.
Da molteplici indizi raccolti si andava concretizzando pure il sospetto che l’albergo fosse in realtà la copertura per una base extraterrestre e che “Bwxischki” altro non significasse che “bettola” in una sconosciuta lingua aliena. Proprio mentre stava effettuando un sopralluogo in tutta segretezza Anna trovo Gerard nudo, legato al termosifone che strillava come un demonio.
Incontrata di nuovo l’amica Francesca confidò ad essa tutti i dubbi sulla faccenda, ed i sospetti sulla fuga del padre. Le due amiche decisero di proseguire le indagini insieme; quindi prenotarono due biglietti low cost tramite web e se ne andarono in un luogo molto caldo che non c’entrava niente con tutta questa storia.
Gli unici che fecero visita a Gerard furono gli extraterrestri della bettola extraterrestre travestiti da Nudisti del Settimo Giorno della Chiesa Intercostale Pentaecumenale Unificata, che, sia detto per inciso, erano preoccupati di dover lasciare la propria copertura e gli offrirono senza tanti giri di parole la gestione dello squallido albergo. Gerard, dopo un primo tentennamento, rifiutò in quanto non si sentiva adatto alla gestione, perché, diceva lui, non ci si improvvisa albergatori. Inoltre la trafila burocratica gli parve troppo onerosa.
Piuttosto si offrì come informatore per inviare rapporti riguardanti il genere umano ai servizi di intelligence della flotta di Z-reticuli, che, si dice, stesse preparando l’invasione della terra.

L’invio dei rapporti ai reticuliani avveniva per via telepatica e si interrompeva quando Gerard strizzava le chiappe e contraeva l’ano (infatti non tutti sanno che la telepatia è cosa che riguarda l’intestino tanto che il cervello).
Fatto sta che gli alieni tiravano per le lunghe la storia dell’invasione della terra e poco dopo, da un altro agente al servizio dei reticuliani, Toshiro Bardini, Gerard venne a sapere che i pleiadiani, la cui flotta si trovava sopra il pianeta terra già da molti anni, erano adesso sulle sue tracce, anche se non seppe dirgli il motivo preciso. Dopo questa comunicazione Toshiro ritornò alla sua copertura di pianta grassa nella hall di un grande albergo utilizzato per congressi e convention di partito.

VI.

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Dal rapporto sulla scrivania dell’ispettore B12, l’agente di punta della agenzia Network & Ranking; una agenzia davvero segreta la cui trattazione degli scopi esonera da questo volume, emerge che Fiona non è un transessuale, ma un ermafrodito, e che il lavoro di Anna come spogliarellista, prima di entrare in polizia, sia stato soltanto una copertura momentanea. Il vero nome di Anna risulta essere Fluxis; un agente segreto delle truppe pleiadiane in incognita sul pianeta terra, impiegato in precedenza come agente assicurativo.
Fluxis, cioè Anna, si occupava di rintracciare gli agenti di Z-reticuli.

Dal rapporto sulla scrivania dell’ispettore B12 emerge infatti che i reticuliani siano in realtà dei marxiani emigrati nella notte dei tempi dal pianeta rosso a Z-reticuli, da quando cioè Marte diventò inabitabile a causa del surriscaldamento. Risulta che essi stiano pianificando l’invasione del pianeta per nostalgia del sistema solare e che questo li renda particolarmente irritabili.
Emerge inoltre che Brenda fosse davvero la madre di Anna nonostante di cinque Anni più giovane di quest’ultima. Il che porterà l’ispettore B12 a supporre che Brenda e William siano discendenti di antichi invasori rettiliani, già noti nell’antico Egitto e considerati alla stregua di divinità; capaci di vivere in una dimensione dove il tempo non è lineare, una dimensione dove abitualmente non prendono i cellulari e le rughe regrediscono senza far uso di costose creme idratanti.
Tale misteriosa popolazione di divinità aliene ha sempre praticato l’incesto e il decupage come attività principali per impiegare il tempo libero, e risulta anche che avessero molto tempo libero. Nel caso di Anna era fondato però il sospetto che fosse davvero il frutto di un tradimento di Brenda con il camionista bulgaro malinconico che, in realtà non era un camionista ma un orrendo mostro marino cacciato dalla comunità dei mostri marini perché molto molto timido e molto molto taciturno (cosa che i mostri marini non apprezzano per niente); il quale aveva trovato lavoro nella bettola aliena solo dopo aver tentato una infruttuosa carriera come grafico pubblicitario.
Emerge altresì dai rapporti sulla scrivania dell’ispettore B12 che il generale Garrett praticasse abitualmente la sodomia inserendosi nel retto, a scopo ludico, le bambole vibranti di sua figlia Pamela: una adolescente molto perversa dedita a tempo pieno ai balletti e al consumo di funghi allucinogeni, ma molto molto allergica alle frittelle di riso.
Come se ciò non bastasse risulta senza dubbio alcuno che il generale Garrett utilizzasse la pratica della stimolazione rettale per comunicare con la flotta pleiadiana in orbita stazionaria intorno alla terra.

Nonostante la grande quantità di informazioni raccolte, l’ispettore B12 aveva perso del tutto le tracce di Garrett fino al momento in cui un suo fidato informatore, il moscone Gigio, lo mise al corrente, che qualche mese prima Garrett era stato ricoverato al pronto soccorso del –Fate Presto Fratelli- perché non riusciva più a tirar fuori l’ultimo modello di Barbie-estetista che si era cacciata su per il culo. Lì aveva conosciuto Evelin, il cui vero nome era però Maruska: una prostituta di mezza età ossessionata dal problema delle doppie punte che impiegava il tempo libero facendo del volontariato. Fra i due sboccerà una tenera amicizia e parlando parlando risulterà che pure lei comunica con i pleiadiani, ma, come constaterà il generale Garrett, appena in intimità con essa, Evelin riesce a dare voce all’ammiraglio in prima della flotta pleiadiana emettendo delle scoregge vaginali molto ben modulate. Poi siccome da cosa nasce cosa accadrà che Garrett, dopo essersi licenziato dall’azienda sanitaria locale, si trasferirà con Evelin in Toscana, dove apriranno un agriturismo con annessa una deliziosa fattoria didattica, specializzato in combattimenti con spade laser, allevamento di pitoni, lotta fra procioni.

Fino a qui la versione ufficiale, ma l’ispettore B12, una volta riallacciati i fili della complessa indagine svelerà che l’incontro non era stato casuale come si sarebbe potuto pensare, ma combinato dai servizi segreti deviati in combutta con i servizi segreti deviati pleiadiani, che avevano sostituito la vera Barbie-estetista con un Ken-robot travestito da barbie, molto molto carogna, che una volta inserito nel retto avrebbe smesso il suo travestimento e allargato le braccia in modo da rendere impossibile l’estrazione. Era un robot particolarmente strafottente e debosciato che faceva pure l’occhiolino durante gli rx.
Dato il comportamento di Evelin-Maruska, che probabilmente non era una spia dei servizi segreti deviati in combutta coi servizi segreti deviati pleiadiani, ma una spia dei servizi segreti pleiadiani non deviati che stava fingendo di essere deviata. I servizi segreti terrestri; che deviati lo sono per definizione, temevano anche per il doppio gioco del generale Garrett e, dopo la fuga in Toscana dei due, progettarono un rapimento. Tale progetto non andò mai in porto a causa di una questione burocratica tuttora irrisolta.

Nel frattempo Gerard, nel tentativo di vendere un tostapane su internet entra in contattato da Wilma e Fred, una coppia di scambisti dedita a performance erotiche con vecchi regali di natale e peluche non a norma europea. I due coniugi, oltre ad essere estremamente perversi, sono degli abili persuasori; e così Gerard si troverà legato ad un termosifone nell’agriturismo di Garrett ed Evelin, che, a causa della crisi, si è ricollocato sul mercato come affittacamere ad erotomani depravati in cerca di privacy. Attività che, sia detto per inciso, salverà l’agriturismo dal fallimento.
La depravazione di Wilma e Fred non conosce limiti e Gerard sarebbe stato sottoposto a terrificanti mutilazioni se il comandante Mike non fosse riuscito a farlo rapire da agenti reticuliani travestiti da agenti di vendita. I reticuliani si riveleranno talmente abili da rapire Gerard e contemporaneamente far firmare un contratto per la fornitura di gas ed elettricità per una fantomatica società svizzera.

Ester sta rischiando quasi il fallimento a causa di una tremenda stipsi. Si risolleverà dopo aver conosciuto Gregorio Settimo: un delinquente comune con la passione per i clisteri.
Gregorio Settimo aveva, in precedenza, flirtato con Pamela, la figlia del generale Garrett, ma era stato lasciato per essere rimpiazzato da un finto coreografo russo che si rivelerà essere solo un vero giocatore d’azzardo.
Ester e Gregorio settimo sono soliti accoppiarsi rudemente fino al giorno in cui Gregorio le confessa di essere uno zombi mutante.
Ester lo aveva sempre sospettato e, più volte aveva confidato alla sua migliore amica: “ sebbene il suo alito sia orribile, il membro è di dimensioni ragguardevoli…”. L’amica risponderà sempre con il silenzio alle confidenze di Ester anche perché la migliore amica di Ester risulta essere una stufa a legna.
Gregorio Settimo non è un delinquente perché è cattivo, ma a causa dei gravi problemi di inserimento nella vita sociale, causati dal suo alito mefitico da zombie, sia per l’imbarazzo provocato dalla permanente erezione rigor mortis del suo membro.
Gregorio Settimo cadrà in depressione e dopo un periodo di analisi prenderà una laurea in neve artificiale e fuggirà a Cortina insieme alla vecchia stufa a legna, lasciando così Ester sempre più sola.

Divorata di nuovo dalla solitudine e dalla stitichezza tenterà il suicidio con un clistere di morfina e sarà salvata in extremis da un medico di turno tirocinante e taciturno, di cui si innamorerà perdutamente. Purtroppo dietro l’apparenza di un tranquillo medico tirocinante taciturno si nasconde in realtà un vampiro extraterrestre mutante molto molto apatico e assenteista.
E’ inutile sottolineare che Ester è proprio sfortunata nei rapporti sentimentali.

V.

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elsa

Nelle precedenti puntate Gerard viene salvato da orrende mutilazioni grazie ad un rapimento alieno organizzato e realizzato dagli agenti del comandante Mike della flotta reticuliana.
Per giustificare il rapimento da lui ideato e realizzato, il comandante Mike presenterà ai suoi superiori marziani-Z-reticuliani, Gerard come un insigne professore universitario. Gerard si presterà volentieri al gioco, convinto anche da alcuni disgregatori cellulari puntati sulla sua persona.
Durante un breve colloquio con la commissione universitaria di Z-reticuli Gerard millanterà una brillante tesi su: le idee migliori come attrattori opportunistici per le persone peggiori.
“Si è trattato di uno studio sistematico sul perché, fra gli umani, ogni buona idea riesca ad attirare così tanta gente di merda, al punto che l’idea stessa finisce per diventare un’idea di merda.”Affermerà Gerard davanti alla commissione. Poi illustrerà che questo modello è stato nominato da lui stesso: modello-AIDS; da una nota quanto misteriosa malattia terrestre, che ha impedito il cambiamento dei costumi sessuali in buona parte del pianeta terra e che sembra mostrare l’equivalente biologico di ciò che avviene nel corpo sociale.
“In parole povere ciò che avviene è che ogni portatore di idee opportuniste le va a riprodurre nei gruppi che hanno come scopo il superamento delle idee opportuniste.”
I marziani non capiscono bene, ma sono molto impressionati dall’audacia metodologica del professor Gerard, quindi gli conferiscono una laurea ad honorem e istituiscono appositamente per lui un corso di Umanologia all’università di Z-reticuli, dove, sia detto per inciso, una cattedra non si nega a nessuno.
Gerard resterà altresì sorpreso che la lingua di Z-reticuli sia un perfetto italiano con soltanto la Z che sostituisce la S: per esempio su Z-reticuli “vado a casa” diventa: “vado a caza”.
Gerard insegnerà per 3 anni reticuliani che corrispondono, più o meno, a 55 secondi terrestri e durante questo periodo prenderà corpo il suo primo progetto di elaborare delle dispense di pensiero multidimensionale. Progetto che resterà fermo a lungo a causa del fatto che nemmeno Gerard sa davvero cosa sia il pensiero multidimensionale.

Questo intervallo felice non può certo durare in eterno e Gerard viene sia riportato alla dura realtà che riportato sulla terra a causa dei tagli al personale dell’università di Z-reticuli.
Al suo ritorno scopre che non è passato nemmeno un minuto di tempo terrestre, ma almeno non è più in pericolo di vita, in quanto Wilma è impegnata a fare outing di fronte ad una piccola platea dove dichiara di essere omosessuale. In realtà si tratta di un falso outing, in quanto, come si scoprirà in seguito, Wilma è una piovra mutante aliena bisessuale e Fred la sua scorta proteica di emergenza.
Trovandosi di nuovo disoccupato Gerard riprende in mano l’idea di scrivere queste famose dispense marxiane di pensiero multidimensionale, di cui si fa un gran parlare.
La tesi iniziale di Gerard per cui il pene corrisponde al denaro e la vagina alla merce su piani mentali differenti è accolta con freddezza nell’ambiente accademico, tranne dal politologo K. Il quale cercherà di incendiare l’auto di Gerard a più riprese, riuscendoci solo parzialmente.

Durante un’intervista per una rivista di taglio e cucito Gerard -che dalla sua pausa accademica ha imparato egregiamente come incasinare i discorsi oltre il dovuto- dichiarerà: “Il pensiero multidimensionale non è la struttura ultima della realtà, ma una descrizione con un maggiore livello di significato che ad essa rimanda. Con il pensiero multidimensionale è possibile sviluppare una visione molto precisa, allargata e ultra-organica di ciò che siamo e in cui siamo immersi. Nel pensiero multidimensionale è possibile osservare l’esistenza di ogni oggetto su piani di realtà prossimali tra loro e su ogni piano l’oggetto mentale è consistente di significato in quanto la mente lo crea. Se l’illusione dell’osservazione di un oggetto separato dalla mente non viene meno, rimanendo attiva in forma di processo, l’oggetto va allora incontro ad una -depravazione simbolica- all’interno della mente stessa.”
La domanda successiva dell’intervistatore riguarda il piatto preferito di Gerard e quindi non è possibile capire molto altro dell’argomento.
Il Mossad si mette sulle sue tracce per motivi misteriosi. Nonostante ciò Gerard continua la stesura del Vol.1.

Non molto distante da lì, Gorgo il topo, il cavallo Alvaro e Fratel Coniglietto dirottano un aereo e convincono tramite sofisticate tecniche ipnotiche il pilota a sfracellare il velivolo sul grattacelo più alto della città, che, sia detto per inciso, è un edificio di cinque piani più mansarda. Il pilota però sbaglia manovra e compie un atterraggio perfetto.
All’aeroporto i tre farabutti incontreranno Ester con le valige in mano, ormai delusa da tutto e da tutti, fermamente decisa a rinchiudersi definitivamente nel convento delle Beate Sorelle Trafitte e Imbavagliate della Dolorosa Congregazione Penitente della Croce Uncinata. Una combriccola di suore naziste dedita al sadomasochismo ascetico.
Ma i tre spacciatori riescono a convincere Ester che lei merita molto molto di più dalla vita e la scritturano per un ripugnante film porno da loro prodotto per il mercato dei film porno ripugnanti. A cui ne seguiranno altri dodici.

La pista dell’ispettore B12 porta alla scoperta che MAFIE ® SPA ha vinto il bando di concorso per una fornitura di enormi quantità di merda umana agli Uomini Mosca, una comunità di mostri coprofaghi che vivono segretamente nelle viscere del pianeta terra, senza nemmeno truccare troppo il concorso. Mafie ® alleva degli umani e poi li chiude in degli appartamenti super connessi ad internet dove devono soltanto mangiare e cagare.
Gli uomini mosca pagano bene e Mafie diventa una delle società quotate in borsa più potenti del pianeta. Il business della merda umana diviene tanto importante che una delegazione di Uomini Mosca sarà invitata nei cessi della casa bianca grazie all’amministratore delegato di Mafie ®, l’on. Joe Spatoletta.

Successivamente si saprà che Joe Spatoletta non è il solito boss, ma è una donna e che sta per avere un figlio da una relazione con una sua guardia del corpo. Le cose però non sono così semplici perché, dopo 36 mesi di gestazione, si spargerà la voce che la guardia del corpo sia in realtà un venusiano e che lo stesso Spatoletta sia stato trasformato in femmina per poter essere fecondato dal seme venusiano e che non porti in grembo un bambino, ma una creatura che controlla Joe dall’interno tramite ordini telepatici.
Il consiglio di amministrazione di Mafie ® tenterà di destituirlo dal ruolo di amministratore delegato, ma il progetto non andrà in porto, in quanto i 32 membri del consiglio verranno trovati orrendamente decapitati il giorno seguente la decisione.
Qualcuno fra gli osservatori più acuti interpreterà questo fatto come un avvertimento.

La guardia del corpo di Joe Spatoletta allaccerà in seguito una relazione clandestina con Pamela la figlia ballerina del generale Garrett (non tutti sanno che i venusiani sono i più grandi seduttori della galassia).
Questo fatto è importante perché sarà lo stesso Gerard a informare B12 che da una comunicazione telepatica scoreggiata da sua moglie Evelin (nel frattempo si sono sposati in una graziosa chiesa di campagna), è venuto a sapere con certezza che un asteroide impatterà la terra di lì a poco.
Per fortuna Pamela rimasta incinta del bel venusiano partorirà dopo pochi giorni un uovo traslucido che trarrà nutrimento da tutti i discorsi che si sarebbero potuti fare su di lui e schiudendosi darà alla luce un uccello mutante dalle enormi ali cangianti che prenderà il volo verso lo spazio siderale e riuscirà appena in tempo, con un colpo d’ala, a salvare la terra dal minaccioso asteroide.

Ester intanto si getta anima e cuore nel nuovo progetto, ma col tempo si rende conto che le luci della ribalta non fanno per lei. Lei che è rimasta la cioccolataia semplice di provincia di un tempo… così ad una mostra di arte contemporanea, durante una pausa pranzo, incontrerà di nuovo Fiona che sta tentando la carriera nel luccicante mondo dello spettacolo ed è riuscita a farsi scritturare in una fiction dove interpreterà una santa transessuale che avrebbe messo incinta la moglie del Papa.
Fra le due si accende di nuovo la fiamma.
Così apriranno una pasticceria e le raggiungerà anche Francesca e fra loro nascerà un tenero menage a trois.
L’azienda sfiderà la crisi grazie ai cioccolatini alla merda di cui si dimostrano ghiotti gli uomini mosca. Arriveranno ordinativi per grandi quantità grazie all’intermediazione di Mafie ® e del sempre gravido Joe Spatoletta, così l’azienda si ingrandirà sempre di più fino a diventare una bella fabbrichetta. Un vero esempio di imprenditoria sana. Tutto bene quindi… però sul piano sessuale il menage a trois risulta essere un po’ monotono ed inizia a farsi largo una qualche insoddisfazione fino al momento che le tre amiche per completare il quadro del calore domestico prenderanno a servizio nella loro pasticceria Wilma e Fred, che sembrano aver messo la testa a posto e quel vecchio dritto del moscone Gigio, che sa davvero il fatto suo; è abile nella conversazione, conosce tutte le posizioni del kamasutra, e ne ha inventate pure alcune di nuove, e poi là sotto, il vecchio mandrillo svolazzante, vanta un’attrezzatura di tutto rispetto. Riusciranno Fiona, Francesca, Wilma e Fred, e il moscone Gigio ad allontanare per sempre la tristezza dal volto della tenera Ester?

Gianni Casalini – Gennaio, Febbraio 2012

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Il debito

Nelle parole di un famoso filosofo.

sutradeloto.noblogs.org

      Tutto ciò che vuole scambiarsi con qualcosa si scontra alla fine con il Muro dello Scambio Impossibile. I tentativi più studiati e più sottili di far significare il mondo in valore, di dargli un senso, si bloccano su questo limite invalicabile. E ciò che non si scambia con niente prolifera in modo delirante. I sistemi più strutturati non possono che deregolamentarsi per reversione di questo Niente che li ossessiona. E questo non al termine di qualche catastrofe futura, è qui e ora, è già adesso che tutto l’edificio del valore si scambia con Niente.
[…]

Dietro lo scambio del valore, e servendogli in qualche modo da contropartita invisibile, dietro questa speculazione folle di cui l’economia virtuale è l’apogeo, dietro lo scambio di Qualche Cosa, c’è sempre quindi lo scambio del Niente.
      La morte, l’illusione, l’assenza, il negativo, il male, la parte maledetta sono presenti dappertutto, fra le righe di tutti gli scambi. E’ questa stessa continuità del Niente che fonda la possibilità del Grande Gioco dello scambio. Tutte le strategie attuali si riassumono in questo: far circolare il debito, il credito, la cosa irreale e innominabile di cui non ci si può liberare. E’ così che Nietzsche analizzava lo stratagemma di Dio: riscattando, lui, il Grande Creditore, il debito dell’Uomo attraverso il sacrificio di suo Figlio, ha fatto sì che questo debito non possa mai più essere riscattato dal suo debitore, perché è già stato riscattato dal suo creditore – creando così la possibilità di una circolazione senza fine di questo debito, che l’uomo porterà come sua colpa perpetua. Questa è l’astuzia di Dio. Ma è anche quella del capitale, che, nel momento stesso in cui getta il mondo in un debito sempre crescente, s’industria simultaneamente a riscattarlo, facendo in modo che non si potrà mai più estinguere, né scambiare con niente. Ed è vero anche del Reale e del Virtuale: la circolazione senza fine del Virtuale farà sì che il Reale non si potrà mai più scambiare con niente.

Jean Baudrillard; Lo scambio impossibile (2000)

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In direzione ostinata e contraria

sutradeloto.noblogs.org

Smisurata preghiera
Alta sui naufragi
dai belvedere delle torri
china e distante sugli elementi del disastro
dalle cose che accadono al disopra delle parole
celebrative del nulla
lungo un facile vento
di sazietà di impunità

Sullo scandalo metallico
di armi in uso e in disuso
a guidare la colonna
di dolore e di fumo
che lascia le infinite battaglie al calar della sera
la maggioranza sta la maggioranza sta

recitando un rosario
di ambizioni meschine
di millenarie paure
di inesauribili astuzie
coltivando tranquilla
l’orribile varietà
delle proprie superbie
la maggioranza sta

come una malattia
come una sfortuna
come un’anestesia
come un’abitudine

per chi viaggia in direzione ostinata e contraria
col suo marchio speciale di speciale disperazione
e tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi
per consegnare alla morte una goccia di splendore
di umanità di verità

per chi ad Aqaba curò la lebbra con uno scettro posticcio
e seminò il suo passaggio di gelosie devastatrici e di figli
con improbabili nomi di cantanti di tango
in un vasto programma di eternità

ricorda Signore questi servi disobbedienti
alle leggi del branco
non dimenticare il loro volto
che dopo tanto sbandare
è appena giusto che la fortuna li aiuti

come una svista
come un’anomalia
come una distrazione
come un dovere

Fabrizio De Andre

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Silvio & Mario

Almeno un pregio va riconosciuto a Mario Monti ed al suo governo di pacati collaborazionisti del quarto riech; hanno portato sotto la luce dell’evidenza i motivi del delirio degli “ultimi giorni” di Silvio Berlusconi.

Finalmente appare chiaro a chi abbia trattenuto a sé un po’ di logica (e quindi non alla cosiddetta opinione pubblica che come al solito non ha capito un cazzo e, avendo perso anche la memoria a breve e brevissimo termine, preferisce masturbarsi con il giochino di turno che si chiama IMU) il motivo di un paio di anni di comportamento delirante del Silvione nazionale.

Comportamento che ha indotto a suo tempo la sinistra estetica -istituzionale e non-, col suo carico irrisolto di noia  a formulare i più svariati, moraleggianti, inutili e talvolta interessati teoremi del delirio a proposito di un personaggio che di delirante non ha mai avuto niente.

Berlusconi è un pubblicitario e tale rimane. Non ha mai detto una cosa a caso. Non ha mai compiuto un gesto che non fosse misurato e ragionato per la sua ricaduta mediale e di cui non fossero stati ampiamente ponderati gli effetti. Certo è lecito averne dubitato. Anche perché è stato fatto di tutto affinché se ne dubitasse.

La logica della pubblicità è la logica generale della merce. Deve essere il target di un messaggio (il pubblico, lo spettatore, il consumatore…) ad esprimere un desiderio come se fosse proprio e mantenere l’illusione della spontaneità e dell’indipendenza di giudizio.

In più di un occasione ha anche sbagliato il tiro, ma il risultato globale della sua azione è stato perfetto.
D’altronde nella completezza di un’azione deve essere inserita anche una percentuale di errore affinché si raggiunga l’efficacia.

Bisogna aver perso la bussola per pensare che una prostituta minorenne o un branco di prostitute possa permettersi di attaccare un uomo di potere come un presidente del consiglio. C’è gente che è“scomparsa” nel nulla per  molto meno. Bisogna avere il cervello spalmato nelle favole dei telefilm americani, dove avvocati e avvocatesse fanno e disfanno il mondo (senza nemmeno spettinarsi), come se il mondo non fosse dominato dai rapporti di forza reali e dalla loro violenza, ma regolato armoniosamente dal diritto democratico.

Almeno adesso dovrebbe essere chiaro il motivo del comportamento di un uomo a cui è mancato soltanto di pisciare in parlamento per apparire inaffidabile agli italiani.
Barzelletta dopo barzelletta, gesto ridicolo dopo gesto ridicolo ha fatto in modo di tirarsi contro l’ira anche della stampa cattolica. Cosa che in Italia un uomo di potere può fare per due motivi soltanto: pazzia o calcolo.

E’ risaputo che nell’opinione volgare gli uomini di potere vengono considerati sempre dei pazzi. Così i subalterni passano il tempo a elencare la presunta insufficienza mentale di chi li domina. E chi esercita il dominio li lascia tranquillamente giocare come si fa con i bambini.
Gli uomini di potere non sono pazzi nemmeno quando lo sono.

Berlusconi ha sfruttato ampiamente i propri nemici veri o presunti; ha fatto in modo che se ne aggiungessero di nuovi, li ha sovra-eccitati ha fornito loro ogni sorta di argomento.
A agito per farsi odiare dalle donne e da chiunque altro gli capitasse a tiro. Si è comportato come se un pool di esperti di marketing avesse avuto l’incarico di studiare le mosse per produrre il maggiore dissenso possibile sulla sua figura nel minor tempo possibile.
E con buona probabilità così è stato.

Il motivo adesso è chiaro. Si può vendere il proprio dissenso come causa di  consenso indiretto per qualcun altro.
Solo questo comportamento “folle” avrebbe potuto trasmettere il 70 per cento dei consensi nei sondaggi e una bizzarra maggioranza di unità nazionale ad un governo non eletto da nessuno ma scelto dall’oligarchia che ha ridotto l’Europa ad un sistema di sudditanze economiche e bancarie.
Un governo che è espressione diretta del capitale, poiché le banche sono una funzione del capitale e non un agente tossico al suo interno come vorrebbe far credere qualcuno per confondere le idee.

Con un consenso del genere è possibile intanto assestare un certo numero di attacchi diretti allo stato sociale ed a quello che rimane dei diritti e poi procedere a zig-zag verso la completa svendita del pubblico al capitale e la privatizzazione selvaggia percepita come necessaria dalla euro-emergenza.
L’Italia è laboratorio di sperimentazioni per il sistema generale di dominio. Un posto dove tutto dà l’impressione di essere lasciato al caso, ma in cui non casca nemmeno uno spillo per ritto.

Un posto pieno di sorprese. Dove un tizio sull’orlo del fallimento è riuscito a diventare un potente miliardario anticipando di esserlo. Una strategia militare adottata già a suo tempo da Napoleone quella di spendere le vittorie in anticipo.

Ma Berlusconi non è Napoleone e lo sa bene, infatti il suo cruccio principale è stato uscire indenne da una Waterloo annunciata. Lo ha fatto cedendo il testimone a chi sta sopra di lui, negoziando la propria uscita di scena, definitiva o temporanea che sia, e barattandola con una dorata immunità. Abbiamo assistito ad un passaggio di testimone.

Ecco il punto in cui siamo.

Gianni Casalini

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Short 1

1. Sistema ingiusto.
Un sistema ingiusto può esistere finché ne vengono mostrati di peggiori.

2. Sudditanze
Mentre una parte dell’umanità sta cercando di individuare nuovi criteri di cittadinanza, un’altra sta mettendo a punto i nuovi criteri di sudditanza con ben altri mezzi a disposizione.

 

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Pillole

Appunti  tra il serio e il faceto.

La politica ha i suoi costi.
Non ho mai capito troppo chi si indigna per i cosiddetti privilegi della casta.
Se consideriamo che lo scopo dell’attuale ceto politico è far accettare (sotto anestesia mediale) alle masse di una società sistematicamente illusa da una crescita illimitata -in termini di produzione e benessere-, il traghettamento verso: la diseguaglianza, la miseria e la catastrofe ambientale… non si può certo affermare che gli stipendi dei politici siano alti.
Credo si tratti di un lavoro estremamente delicato e come tale è normale che venga ben pagato.

L’estrema destra.
L’estrema destra è l’air-bag del capitalismo.

Percentuali.
C’è uno slogan in voga tra i contestatori che suona molto bene, ma non mi appartiene.
-Noi siamo il 99%, voi l’1%-
Della serie arrendetevi siete accerchiati.
Credo che “noi” non siamo il 99% e “loro” non siano l’1%.
Se invece le cose stessero veramente così significherebbe che “noi” siamo una massa di imbecilli e che l’1% è davvero in gamba e merita di dominarci. 99/1 è un rapporto gregge/allevatore.
Vi fidereste a dare il potere ad una massa del 99% della popolazione che si fa dominare dall’1%?
Mah! Parliamone.

Lo so, la politica, compresa quella della contestazione, ha le sue esigenze di semplificazione, ma per quanto mi riguarda non esistono maggioranze automatiche.

In ogni caso se volete vedere la cosa dal punto di vista della concentrazione di ricchezza consiglio un’occhiata a questo studio di un gruppo di matematici del Politecnico federale di Zurigo in Svizzera, che tramite algoritmi che permettono di studiare la struttura in rete delle società di capitale è arrivata ad estrapolare 147 imprese (non persone fisiche) che da sole concentrano il 40% della ricchezza mondiale. Non ho competenze per trarne conclusioni. Comunque si tratta di molto meno dell’1% . [Grazie Hal]

Dall’altro lato considero interessante il margine di massa critica del 20%. Quando un 20% della popolazione assume come proprio un altro comportamento o convincimento subentra un vero e proprio effetto valanga nel resto della società.
(Pensate che non esistano agenzie di monitoraggio sulle tendenze  sociali in grado di intervenire intorno ai fenomeni di soglia?)
Purtroppo, o per fortuna, per ora non esiste un progetto comune ad un 20% della popolazione che sia diverso dallo schierarsi contro qualcuno o qualcosa che di solito nemmeno esiste.

Gianni Casalini

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Frasi Magiche

Misterioso mantra che appare e scompare nei media:
“Un ritorno di fiducia tra gli investitori internazionali.”

La nascita di Venere

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L’uomo di Ucronia

Titolo: L’UOMO DI UCRONIA
Genere: drammatico, fantascienza
Regia: Frank Bolla
Protagonisti: Ugo Falesia, Emma Louis, George Paulopolos, Otto Martinez, Irina Petrocchi, Alda Pesci.
Durata: 180 min.
Produzione: Italia, 2012

“Il termine ucronìa deriva dal greco e significa letteralmente “nessun tempo” (da ο = “non” e χρόνος = “tempo”), per analogia con utopia che significa “nessun luogo”. Indica la narrazione letteraria, grafica o cinematografica di quel che sarebbe potuto succedere se un preciso avvenimento storico fosse andato diversamente. Il termine è stato coniato dal filosofo francese Charles Renouvier in un saggio (Uchronie) apparso nel 1857. Gli anglosassoni usano invece il termine più immediato alternate history (storia alternativa).”-Ucronia; voce Wikipedia-

Sorprendente esordio alla regia nel genere fantascienza, solitamente così ostico ai registi nostrani, di Frank Bolla, già conosciuto al grande pubblico per aver diretto numerose fiction tra cui l’indimenticabile: Arturo l’orso ciccione.

La sceneggiatura è scritta a quattro mani con Ursula Krain, l’artista concettuale part-time svedese conosciuta da Bolla in chat durante i recenti arresti domiciliari scontati per una truffa di carte di credito clonate a Frosinone e recentemente giunta alla ribalta per una performance in cui ha ricoperto nottetempo tutti i campanelli della cittadina di Dorotea con maionese industriale.

La trama si rivela fin da subito un congegno solido e surreale capace di risucchiare lo spettatore dentro i meccanismi della narrazione, appiccicandolo brutalmente alla poltroncina.

Durante il ventennio fascista Benito Mussolini si innamora perdutamente di una seducente mistress sedicenne di origini ebraico-balcaniche, Lia Singer (Irina Petrocchi), la quale convince il duce a non imbattersi nel conflitto bellico ed a non stringere alleanza con la Germania nazista e col Giappone imperiale considerati “aspiranti suicidi desiderosi di compagnia”.

Sulle prime questa influenza sarà ben vista dalla casa regnante e anche dalle gerarchie militari piuttosto “dubbiose” sulle capacità belliche italiane.
Pure la chiesa, sebbene contraria a questa unione tanto scandalosa quanto pubblica, farà buon viso a cattivo gioco pur di evitare il sicuro disastro della seconda guerra mondiale.

Questo equilibrio durerà poco a causa della sempre più evidente influenza della giovane mistress sulle decisioni del duce e sulle sorti italiche e conseguenti gelosie e sospetti negli ambienti del potere. Soprattutto nella gerarchia delle camice nere della prima ora serpeggia il malcontento. Accusano la giovane mistress di essere un agente del Double Cross; la più contorta e spietata sezione dei servizi segreti britannici, e, persino Mussolini di essere ritornato ad essere un alleato degli inglesi. E’ bravo il regista a mantenere il dubbio su questo punto.

Alcuni ambienti del fascismo più vicini all’ideologia nazista e il gruppo delle camice nere vicine a Farinacci, organizzeranno una congiura per uccidere entrambi.
L’attentato fallirà e questo fornirà a Mussolini lo spunto per una “notte dei lunghi coltelli “ tutta italiana e l’opportunità di eliminare fisicamente interi settori del regime e di consolidare il proprio potere.

Dopo questo periodo di terrore la stessa Lea Singer sarà nominata ministro degli interni, diventando così la prima donna ebrea bisessuale a ricoprire una carica di tale portata. Ezra Pound non riuscirà ad ottenere l’agognato ministero dell’economia e dopo aver rifiutato la carica di ministro della cultura accetterà di fare l’ambasciatore  italiano negli USA. Dove sarà accolto come un eroe dal movimento pacifista.

La neutralità italiana, relativamente facile da mantenere, per le barriere geografiche e per la forte marina militare, si rivelerà presto un buon affare in tempi di guerra. Essa diverrà inoltre la meta degli ebrei perseguitati dal reich.

La seconda parte del film è ambientata negli anni ottanta del secolo scorso. Un Italia con un destino parallelo alla Spagna franchista, ma con una agonia più lunga. Lo stato corporativo fascista ormai rivela tutta la sua inadeguatezza e decadenza paragonato al dinamismo del capitalismo mondiale.

Lea Singer lascerà l’Italia nel 1952 per ritirarsi a vita privata in Israele dove dirigerà un centro di documentazione internazionale BDSM. Rivelerà nella sua biografia pubblicata postuma che l’accusa di essere un agente dei servizi segreti britannici era tutt’altro che infondata. La biografia della Singer sarà proibita in Italia, a causa delle rivelazioni sconcertanti e per contenere delle foto scattate da D’Annunzio che ritraggono la giovane ebrea e Mussolini in pose scandalose.

L’Italia degli anni ottanta, ripiegata nell’autarchia e privata del boom economico occidentale degli anni ’60, ha però ben altro da pensare che i frustini di Mussolini. Ovunque serpeggia un sordo malumore nei confronti dei polverosi apparati burocratici che asfissiano la vita del paese. La propaganda anticomunista fa ormai ridere chiunque e tutti si aspettano da un momento all’altro una sorte simile a quella della Spagna post-franchista.
Le cose però andranno diversamente.

Nell’anno 1989 mentre i telegiornali della TV pubblica e della TV privata parificata mostrano le immagini di piazza Tien An Men inneggiando alla caduta del comunismo e all’avvento del fascismo mondiale gli spettatori leggono in filigrana la probabile sorte del proprio regime.

Nei vetusti stabilimenti industriali del paese nessuno nasconde più il malcontento, iniziano gli scioperi spontanei che da Torino si propagano a macchia d’olio in tutto il paese.

E’ in questo clima che nella vita del presidente Egisto Carloni, nell’anno sessantasette dell’epoca fascista comparirà un misterioso individuo che si fa chiamare Olo ed è in grado di eludere qualsiasi sistema di sicurezza.

Olo è l’uomo di Ucronia, una figura a tratti fantascientifica ed a tratti diabolica, una sorta di poliziotto che percorre la storia in lungo e largo per ristabilire l’ordine fra le varie ucronie realizzate.

Ada, la moglie del presidente si innamora dell’uomo di Ucronia e il presidente Carloni vede nella realizzazione del progetto di Olo, verso cui nutre una sorta di timore reverenziale, l’unica possibilità di liberarsi di questa ingombrante quanto stimolante presenza.

Il piano di Olo è semplice. Con la fine della seconda guerra mondiale il sistema corporativo fascista è stato sconfitto dal sistema corporativo americano, entrambi strumenti del capitale, ma il secondo si contraddistingueva per una maggiore flessibilità e capacità adattativa. Il sistema corporativo americano considera la democrazia un effetto collaterale controllabile e non un nemico esplicito da estirpare.

Al termine della guerra fredda, con la burocrazia zarista-Stalinista già morta di consunzione, solo il fossile italiano e il colosso cinese dovevano adeguare il loro modello alla realtà della storia e alla imminente globalizzazione piuttosto che alle misere fantasie polverose di qualche burocrate.

Così Olo diviene il presidente-ombra capace di intraprendere il periodo delle riforme nel paese. Apre i mercati, da il via alle privatizzazioni. Invita i Cicago Boys nelle università italiane. Inizia così una originale “rivoluzione culturale” che sfrutta il malcontento generale come carburante in grado di tragrettare l’Italia nel “Nuovo Fascismo Democratico”. Si proclamerà la repubblica e il Partito Fascista, pur mantenendo una struttura di “unità istituzionale” si dividerà in Partito Fascista Democratico e Partito Fascista Repubblicano. Sarà possibile anche associarsi in altre forme o fondare nuovi partiti, purché subalterni nel meccanismo istituzionale e al bipolarismo mentale.

Realizzerà in forma prefigurativa tutto ciò che sarebbe stato possibile o desiderabile realizzare realmente. Riabilitazione delle figure dell’antifascismo storico. Relativa libertà dei costumi e dei consumi.
Permetterà la ricostituzione dei sindacati liberi, la cui rappresentanza all’interno degli stabilimenti dovrà essere concertata con la dirigenza aziendale.
Viene introdotto il ruolo di “simulatore di conflitto sociale” come salvaguardia per l’equilibrio conflittuale del nuovo regime.

Lo stesso Olo in veste di leader di un sindacato di matrice cattolica si presenta in televisione affermando di essere molto arrabbiato perché non ricevuto dal ministro dell’economia, con cui avrebbe parlato delle misure anticrisi e vantando un notevole successo nelle recenti elezioni negli stabilimenti FIAT. Elezioni da cui erano stati precedentemente esclusi i sindacati conflittuali con la linea della governance aziendale.

Il ministro è la stessa Ada Franchini e il film finisce con una scena di sesso fra Olo, Ada, Egisto e l’intervistatrice televisiva a cui, come in un bolero erotico, si aggiungeranno una dopo l’altra tutte le cariche politiche del paese, le vedette televisive, i poteri più o meno occulti, mafiosi, mignotte, manager, scagnozzi della banca centrale, Arturo l’orso ciccione e tantissima gente comune, quella semplice che trovi dal panettiere, fino a culminare in una bestiale orgia parossistica dove tutti i corpi si contorcono fra i gemiti, sotto lo sguardo impassibile e enigmatico della fotografia del duce, sovrastata dalla scritta:“padre di una Italia moderna e democratica”.

Gianni Casalini
06/05/2012 San Miniato

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