Debito: i primi 5000 anni – David Graeber

Sammy Slabbink, TV nation, 2012

Sammy Slabbink, TV nation, 2012

Debito: i primi 5000 anni
David Graeber

Ed. italiana Il saggiatore

Finalmente un libro che tratta il debito e la moneta da un punto di vista che non sia liberal-fascista. Finalmente un testo che non sia una banalizzazione di tesi copia-incollate. Un saggio autorevole che si legge con il trasporto di un romanzo in cui siamo tutti coinvolti come protagonisti.

Stiamo ancora facendo i conti con debito, riduzione in schiavitù, patriarcato, perché ad ogni ciclo storico il potere evita che si regolino i conti con queste questioni? Cosa fare affinché i primi 5000 anni di questa storia infame siano anche gli ultimi? Queste sono solo due delle tantissime domande che la lettura del saggio di Graeber può far sorgere nel lettore.

Graeber è un attivista, ma non un banale propagandista e non spara soluzioni. Fornisce strumenti per capire il presente partendo dall’antropologia, dalla storia e dall’economia. Non si fa scrupoli a rovesciare i miti con cui queste scienze pretendono di interpretare la realtà come quelli in voga tra gli ambienti alternativi più devoti al culto dell’ignoranza.
Questo è un libro per capire il presente senza considerarlo piatto e indecifrabile. Chi ha ricette buone per tutte le stagioni farà bene a non leggerlo, non gli servirebbe a nulla.

Graeber è colui che ha coniato il termine: Occupy Wall Street. Quindi questo è un libro che chiunque pronunci Occupy + Qualcosa farebbe bene ad aver letto. Almeno prima di parlare con me. (In generale -Il debito: i primi 5000 anni- rientra tra i libri che chiederò ad un interlocutore che s’intenda discutere con il sottoscritto della situazione attuale se rientra tra le proprie letture -soprattutto per coloro che sventolano cultura come sbandieratori al palio- per valutare il livello dell’interlocutore stesso.)
Non si tratta di un libro che spiega tutto o che ammazza la discussione, ma di un’opera fondamentale per non sparare cazzate.

Gianni

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Cartolina dalle Spiagge Bianche

Sammy Slabbinck, collage.

Sammy Slabbinck, collage.

Cartolina dalle Spiagge Bianche

Se c’è una cartolina… un’istantanea in grado di descrivere il popolo italiano nella medietà contemporanea è quella di una spiaggia affollata tra la località di Vada e Rosignano, sul litorale Toscano. Conosciuta a tutti come le Spiagge Bianche.
La sabbia delle Spiagge Bianche è, come suggerisce il nome, bianchissima ed è pure finissima, perché costituita da residui di lavorazione della Solvay.
Vista da lontano sembra proprio una località tropicale e non è raro incontrare un set con qualche modella in posa per un prodotto che richiede uno scenario balnear caraibico. Questo sono le Spiagge Bianche: uno scenario tropicale low cost.
E’ tutto finto. E’ un “caso”, per così dire, che gli scarti di lavorazione della Solvay siano bianchi. Se fossero stati, per esempio, verdi o marroni, fine dell’incanto. Ma sono bianchi. Allora nonostante il divieto di balneazione e il conclamato rischio per la salute rappresentato da una presenza decisamente sopra la norma di metalli pesanti migliaia di bagnanti tutti gli anni affollano questo angolo pseudocaraibico sul litorale toscano, magari portando anche i loro figlioletti ad intossicarsi. Non rare sono le donne incinte che prendono la tintarella col pancione. Dopotutto cosa sarà mai. E’ bianca. E’ fine. E’ sabbia. Sì, l’acqua è di un azzurro quasi fosforescente, come ai caraibi. Però a differenza delle acque cristalline dei Caraibi se c’entri dentro hai l’impressione di stare immerso in un bicchiere d’orzata. Tutto finto. Tutto tossico. Tutto pericoloso. Ma a medio e lungo termine. A breve termine si può fingere che sia vero. Sì può simulare come fossimo bambini che giocano con i fornelli e credere che dentro la pentola di plastica rossa ci sia davvero una pietanza.
Non ci sono ricchi che frequentano le spiagge bianche. Il target è, diciamo, popolare.
Mi ricorda una storia raccontata da un amico veneto (ciao Apo), quella della “terra rossa” vicino a Marghera, se non sbaglio, che altro non era se non scarto di lavorazioni di minerali di cromo e su cui per anni si è giocato a tennis. Salvo scoprire alcuni inconvenienti per la salute degli atleti.
Al di là della questione ecologica (che è seria) volevo porre l’attenzione su questa immagine. Che per me rappresenta metaforicamente l’Italia meglio degli eco-mostri o delle periferie degradate, che, nel loro orrore possono mostrare ancora un residuo di innocenza. Si può essere condannati agli ecomostri, e lo si è, da un sistema clientelare mafioso che dal sud ha contagiato tutto lo stivale, ma, almeno, in queste immagini c’è sempre la speranza di un sequestro, di cariche di dinamite che facciano esplodere quella merda. Un ecomostro è un ecomostro, anche per chi alza le spalle, anche per chi ha fatto finta che fosse tutto in regola. C’è ancora, sia pur remota, una possibilità di redenzione, che risiede nel fatto che la mostruosità non ha ucciso l’evidenza. Invece nella coopartecipazione divertita al danno ambientale con cui il popolino immagina se stesso in una ascesa spettacolare verso il mondo dei VIP -il proprio ultramondo immaginario- c’è tutta l’atroce violenza con cui la frivolezza dell’immagine pubblicitaria ha stuprato la realtà e ridotto il popolo a cosa leggera e feroce. C’è la banalità del male, per così dire.

Gianni

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I diritti civili ai tempi di Emma Bonino ministra degli Esteri

dattilo

Stavo pensando a quelli, ma soprattutto a quelle, che hanno chiesto, a suo tempo, che un personaggio come Emma Bonino fosse eletta Presidente della Repubblica. L’Emma nazi-onale che da ministro degli Affari Esteri ha “permesso” che la Digos prelevasse la moglie di un dissidente Kazako (ex ministro) e la figlioletta di sei anni e con una scusa formale per infilarle su un charter direzione Kazakistan (paese all’avanguardia nel settore diritti umani che stanno tanto a cuore a Emma). Oppure quando ha rifiutato il transito e rifornimento sul territorio nazionale del presidente della Bolivia: Evo Morales, andando signorilmente in culo ad ogni protocollo diplomatico e trattato internazionale per compiacere la CIA. Nessuna sorpresa, Emma, per chi come me ha sempre pensato che tu fossi soltanto un’opportunista che ha sfruttato tre battaglie civili degli anni ’70 per cavalcare una inspiegabile quanto ben sponsorizzata carriera politica. Nessuna sorpresa per chi considera l’impegno per -le libertà civili- della cricca politica a cui sei sempre appartenuta, autentico come una banconota da 25 euro. Nessuna sorpresa per chi ti ha visto parlare bene in patria e razzolare male fra gli arabi dei petrodollari. Però a quelli, e soprattutto a quelle, che hanno avuto la pensata di dire, e scrivere, a suo tempo: Emma-Presidente, rivolgo un invito a programmare il cervello su un programma più lungo. Un po’ come le lavatrici, il programma breve non sempre funziona. Fategli fare qualche giro in più al cervello ogni tanto, vedrete che fa bene.

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SiNosSi TV

cricket

Di: Luisa Caldon

Cose che ho capito della nuova televisione.
Dmax è il Realtime degli uomini mentre Iris invece è il ventiquattro ore dei Bellissimi di Retequattro quando Rai Quattro fa quello che in teoria doveva fare Rai2. Rai Fiction garantisce visibilità a quel sotto-sistema clientelare di fiction Rai che non si possono più programmare su Rai1 perché nel frattempo è diventata la tv della presidenza del consiglio mentre Canale 5 fa il canale del partito di maggioranza. La5 serve alle trentenni che ormai c’hanno un’età per guardare MTV. Rai 5 fa quello che si dovrebbe fare per invogliarti a pagare il canone perché Rai 3 ormai fa la sinistra storica di La7. Cielo, non so come, dovrebbe farti venir voglia di abbonarti a Sky perché della gente cucina e si fa insultare da altra gente che non potrebbe mai pagare per un pasto al ristorante. Intanto Premium ti fa vedere a pagamento quello che dieci anni fa vedevi gratis su Italia1. LaF invece sta lì a ricordarti perché i danesi sono artisticamente delle schiappe ma fa sempre figo tirarli fuori al bar e scannarsi sulle loro politiche d’immigrazione.

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Un Problema Democratico

Sammy Slabbinck, Seafood

Sammy Slabbinck, Seafood

Di: Gianni Casalini

Mi sa che in questo paese c’è un Problema Democratico perché esistono due forze che assumono alternativamente il ruolo di antagonisti e alleati -sempre per causa di forza maggiore-, ma che hanno entrambe distrutto il significato di democrazia. Perché democrazia vuol dire alternativa non alternanza di burocrazie diversamente orientate su questioni di estetica sociale.

Mi sa che in questo paese c’è un Problema Democratico che si può sintetizzare nella dittatura di una classe media in piena decadenza, che sofferente e in contrazione cerca di garantire il sacrificio del resto della società e di ingraziarsi così il livello di potere a cui presta servizio: quello finanziario/militare. Anche a costo di distruggere l’economia produttiva.

Mi sa che in questo paese c’è un Problema Democratico perché quelle forze non esprimono niente di diverso sulle questioni importanti. Cioè sulla distribuzione del reddito o sull’impiego delle risorse. Perché quelle forze non possono mettere in discussione le scelte economiche dello Stato, neanche le più marginali. Né promuovere cambiamenti significativi per le masse sul piano transnazionale. E, qualora non aderiscano con entusiasmo alle ricette interessate della speculazione distruttiva si guardano comunque bene dal denunciare il motivo della loro inazione. Piuttosto che giustificarlo.

Mi sa che in un paese c’è un Problema Democratico quando le forze dell’alternanza possono presentare alle masse decisioni prese altrove secondo due schemi o due velocità con cui la distruzione della società stessa può avvenire sia tramite l’adozione entusiasta e veloce delle ricette del neoliberismo nel caso della cosiddetta destra, oppure in un clima di malinconica rassegnazione nel caso della così detta sinistra.

Mi sa che in questo paese c’è un Problema Democratico perché la dittatura della classe media non è in realtà una vera dittatura di classe, ma un servizio reso ai padroni da un gruppo informe di persone che difendono solo e soltanto un potere di acquisto e tendono ciecamente all’autoconservazione segando anche il ramo su cui si trovano seduti. Entrambe le parti hanno l’orizzonte di una classe media estesa su tutta la società.

Mi sa che in questo paese c’è un Problema Democratico perché le due forze politiche principali che pedalano in tandem sono il prodotto istituzionalizzato dagli anni della Milano da bere. Il PD raccoglie quella classe lavoratrice a pieni diritti e servizi che ha fatto il salto di qualità di una vita agiata e che vede riaprirsi davanti la voragine della propria proletarizzazione (o sottoproletarizzazione). L’altra è la classe media rampante e fascistoide di evasori e spregiudicati parassiti che ha sempre puntato alla distruzione dello stato sociale per arricchirsene privatamente. E mentre la prima tende a parlare -e anestetizzare- i lavoratori ormai precarizzati la seconda è dialogante con quella parte reazionaria di miserabili che in questo paese ha sempre guardato a destra per immedesimazione e negazione della propria condizione.

Mi sa che in questo paese c’è un Problema Democratico…

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Gli €urosauri

dentrificio

Curiosità
Il presidente del consiglio Letta, ieri, ha detto ai giornalisti che con lo stanziamento di 1.5 miliardi di € il governo prevede una diminuzione della disoccupazione giovanile di più di 2 punti percentuali (sticazzi!), allora ho preso il cell.=> menù => varie=> calcolatrice… dunque 1.5:2=14:x (giusto?). Risultato circa 19 punti percentuali. Con la prima trance per l’acquisto degli F35 Letta farebbe scendere la disoccupazione del 19%? Però! mi son detto, o ho capito male o c’è solo da scegliere da che punto di vista ci stanno prendendo per il culo. A pelle propendo per la seconda.
[a proposito del pacchetto lavoro di Letta leggi la lettera aperta del prof. Alleva ad Epifani]

A parte gli scherzi… pare che viviamo in un paese dove la Corte dei Conti manda la Guardia di Finanza negli uffici del ministero del Tesoro per indagare sui titoli tossici comprati coi soldi pubblici e il Ministero del Tesoro si rifiuta di fornire la documentazione…
http://www.ilmanifesto.it/area-abbonati/in-edicola/manip2n1/20130627/manip2pg/01/manip2pz/342304/

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Per un pugno di euro

Articolo 11- Costituzione Italiana
L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

Carlo Miccio, serie Propaganda

Carlo Miccio, serie Propaganda

“E’ pensabile ed è possibile, se amiamo la pace e vogliamo amare la pace, in alcune circostanze armare le ragioni della pace?”. Mario Mauro, ministro della difesa governo PD/PDL

“… è stato il governo D’Alema nel 1998 a firmare il il primo memorandum d’accordo per partecipare al programma Jsf [F 35]. E’ stato quindi il governo Berlusconi a firmare nel 2002, per mano dell’ammiraglio Di Paola (allora direttore nazionale degli armamenti), l’accordo che impegna l’Italia a partecipare al programma come partner di secondo livello, E’ stato nel 2007 il governo Prodi a perfezionarlo e a decidere l’acquisto di 131 caccia. E’ stato nel 2012 il governo Monti a -ricalibrare- l’acquisto degli F-35 da 131 a 90 per dimostrare che tutti di fronte alla crisi, devono stringere la cinghia. E’ stato nel 2013 il governo Letta a far capire, per bocca del ministro della difesa Mario Mauro, che gli aerei da acquistare dovrebbero essere più di 90 poiché c’è un precedente impegno parlamentare ad acquistarne 131.”
Un assegno in bianco alla guerra sottratto alle spese sociali, Tommaso Di Francesco, Manilo Dinucci; il Manifesto giovedì 27 giugno 2013

I sistemi politici dei paesi del sud, e in particolare le loro costituzioni, adottate in seguito alla caduta del fascismo, presentano una serie di caratteristiche che appaiono inadatte a favorire la maggiore integrazione dell’area europea.
Documento redatto dagli economisti di JP Morgan

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Dolci e gabbati

D & G sono stati condannati nei giorni scorsi a 18 mesi (di condizionale immagino) per evasione fiscale. Evvabbé. Avevano evaso un miliardo di euro tramite paradisi fiscali ecc. Epperò! Ecco io una volta sono stato un evasore fiscale perché mi sono dimenticato di presentare un CUD alla dichiarazione dei redditi (ce n’avevo quattro da presentare). Il CUD riguardava un lavoro da circa 600 euro e qualcosa. Fatto sta che io ho pagato una multa da 750 euro. Inappellabile. Insindacabile. Irriducibile. Bene, allora ho pensato: D & G che hanno evaso un miliardo di euroz ne dovranno tirare fuori almeno un miliardo e mezzo. Poi un amico mio che se ne intende, m’ha spiegato che no. Sono cifre troppo grosse. Lì si patteggia. Ne ridanno un po’ al fisco, ma mica tutti, perché tutti son troppi. Sicché quando si sente dire: scoperti evasori per tot miliardi di euro significa che meno della metà dei tot miliardi evasi tornano in cassa. Però dico io. A me che me ne sbatte di vedere D & G -loro e chi come loro, niente di personale- in galera e poi… diciamocelo… ma quando mai. Mi piacerebbe di più tirassero fuori i picci.
Questione di gusto.

G.

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Volgi lo sguardo al cielo

aerostato

Volgi lo sguardo al cielo
Di: Gianni Casalini

Sì. Purtroppo mi sono dimenticato qualcosa. Mi riferisco al post precedente. Me l’ha ricordata Manlio Dinucci a pag. 14 de –il Manifesto– di oggi, martedì 25 giugno 2013 e cioè che: -la spesa militare dell’Italia è già salita a 70 milioni di euro al giorno.- Ed è destinata ad aumentare per la richiesta di Obama di maggiore impegno economico/militare in Libia e con buona probabilità nella “transizione democratica siriana” (ahahahah!! che sagome, come si dice da noi). Nella pagina accanto (p.15) c’è un articolo di Guido Viale che si intitola -Ristrutturare il debito- ed il sommario dice: Spese militari, grandi opere, pensioni d’oro, evasione: anche cambiando molte voci della spesa l’Italia non potrà evitare il tracollo e lo spettro della Grecia. Lo dicono le cifre degli 80-90 miliardi di interessi sul debito, più i 45-50 per riportarlo al 60% del Pil.

Questo mi spinge a pensare che esistano dei motivi per opporsi alla spesa per gli F-35 non solo da sinistra. Perché si sa la sinistra o chi si ritiene di sinistra di solito preferisce la spesa sociale alla spesa militare… ma anche dei motivi di destra. Voglio dire questo: se qualcuno mi avesse detto che 52 MILIARDI DI EURO verranno spesi in Italia per aumentare l’apparato repressivo dello stato contro le mafie io forse avrei avuto qualche perplessità, in quanto non credo che si possa sradicare il fenomeno mafioso SOLO aumentando i finanziamenti alle polizie. Ma la cosa avrebbe avuto una logica.
Se qualcuno avesse affermato: spendiamo 50 miliardi di euro per riportare il rapporto tra gli interessi sul debito ed il Pil… io magari non sarei stato del tutto daccordo. Ma pure questa cosa avrebbe avuto una logica. Perché in Italia affermare che le mafie sono un’emergenza e che il debito pubblico è un’emergenza una logica ce l’ha. Quindi esistono anche degli argomenti per contestare questa scelta da “destra”.

Fatico a trovare una logica nell’emergenza duelli aerei.
Ma per un attimo simuliamo pure che l’Italia non abbia un’emergenza occupazione oppure un’emergenza ambientale o un’emergenza economie criminali o…, ma soffra effettivamente per un’emergenza duelli e attacchi aerei. Quindi spostiamoci su un punto di vista militarista e con buona probabilità di estrema destra. Anche qui la risposta non sono gli F-35 perché le commissioni tecniche dei ministeri della difesa di mezzoo mondo li hanno più o meno classificati come dei pacchi con le ali.

Qualcosa sfugge alla logica. Ha preso il volo. Ma non occorre essere dei geni per intercettare il centro della questione.

Comunque quando postate la lettera indignata perché i vostri bambini devono portare la carta igienica a scuola, perché il diritto allo studio è evaporato, perché il paese va in malora ma mancano i fondi per ripararlo, perché non ci sono soldi per i nostri amici a quattro zampe abbandonati, perché le donne che denunciano i compagni violenti non hanno un posto dove andare e devono rimanere in casa a farsi ammazzare, perché non si costruiscono le piste ciclabili e così via dicendo… volgete lo sguardo al cielo. Se sentite il boato di un caccia quella con buona probabilità è la risposta che soffia nel vento.

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Il cesso dei celi (F-35)

Il ministro della difesa ha detto che sugli F 35 non si torna in dietro. Il PD vuole rimandare la decisione di sei mesi (ahahah!!!), Epifani non dice un cazzo. La Camusso dice che la CGIL è contraria, ma figuriamoci se si vede un qualche tipo di mobilitazione, tipo sciopero o manifestazione o… Arci idem come sopra. L’area antagonismo et similia è rapita da quello che succede altrove, tipo -Ah se fossimo in Turchia!- o robe così. In televisione stegamano. E intanto le piazze rimangono vuote e 52 (C-I-N-Q-U-A-NT-A-D-U-E!) miliardi di euro stanno per essere buttati nel cesso della Lockheed. Denaro pubblico s’intende. Mentre in Turchia i giovani stanno ribaltando il paese per un parco (-bravi!- sia detto per inciso). Alzeranno l’IVA. Non toglieranno l’IMU sulla prima casa, ma gli cambieranno il nome di sicuro. Il reddito di cittadinanza è impensabile perché manca la copertura e in autunno è in arrivo una manovra da circa 30 miliardi di euro.

Mi sono dimenticato qualcosa?

G.

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